Villa Pini, rischio fallimento

villa_piniSe entro il 12 febbraio Villa Pini non salderà un debito di 600 mila euro, si avvierà l’iter per la dichiarazione del fallimento, e subito dopo le eventuali procedure per stabilire o meno se vi è bancarotta fraudolenta.

A sostenerlo è Silvio Paolucci, segretario regionale del PD, il quale ha spiegato che “c’erano già da tempo tutti gli elementi per il commissariamento giudiziale di Villa Pini, che sicuramente avrebbe garantito maggiore tutela, trasparenza e chiarezza nei confronti dei lavoratori. Invece questa strada non è stata scelta e si è consentito ad Angelini di continuare nella sua gestione, lasciando i dipendenti alla fame”.
Paolucci ha ricordato come nell’interrogatorio di aprile 2008, la Procura di Pescara ha evidenziato al titolare di Villa Pini una serie di sospette movimentazioni di denaro che passano dalla clinica alla società Novafin, accanto ad acquisti di opere d’arte con soldi provenienti sempre da Villa Pini e sponsorizzazioni che svuotano le casse di Novafin.
“Si è cominciato insomma a delineare l’ipotesi di distrazione di ingenti risorse finanziare. Inoltre a quel tempo” ha aggiunto il segretario del PD “la procura di Pescara disponeva già di una prima parziale perizia sulla contabilità del gruppo, in cui si ipotizzavano distrazioni illecite per 50 milioni di euro. Qualche settimana dopo è arrivato il famoso rapporto dei NAS, reso pubblico solo ora, con il quale viene documentata una mega truffa di 43 milioni di euro ai danni della sanità pubblica. Infine, dalle segnalazioni di Banca d’Italia e Guardia di Finanza redatte fra la fine di agosto e l’ottobre del 2008, emerge un vorticoso giro di denaro contante che avviene nel 2007 e anche per tutto il 2008, da parte di Angelini e di sua moglie: movimenti che sono continuati anche nel 2009, mentre i dipendenti erano ridotti alla fame”.
Allo stato attuale Paolucci si chiede “perché si è lasciato ancora nelle mani di Angelini e della sua famiglia la gestione delle cliniche, pur in presenza di così gravi fatti, consentendogli di continuare la sua illecita gestione”.

 

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