Teramo. “Nei momenti di emergenza sanitaria, quale quello che stiamo vivendo, due devono essere le esigenze da garantire. Quella “sanitaria” e quella “sociale”. La prima attiene all’organizzazione della vaccinazione, la seconda alla trasparenza della comunicazione. Nelle ultime ore, la Asl di Teramo le ha disattese entrambe”. Così Manola Di Pasquale, Presidente Pd Abruzzo.
“Quello che é successo nella Vallata del Fino, è quindi doppiamente grave, sia perché gli anziani che aspettavano il richiamo, sono stati costretti a tornare a casa senza vaccinarsi, per un errore di calcolo della Asl, sia perché la stessa Asl ha cercato di coprire quell’errore raccontando una verità non vera. Quello che è successo, è che i tempi del richiamo (previsto 28 giorni dopo la prima dose) non erano stati rispettati, e i medici incaricati della somministrazione, lo hanno evidenziato rinunciando ad inoculare le dosi. Nel comunicato ufficiale, invece si legge di uno slittamento del richiamo perché si è “…verificato un problema tecnico nella immissione dei dati, legato alla data, che non ha permesso la registrazione del paziente nel sistema operativo””.
“È grave”, incalza Di Pasquale, “perché non è accettabile, che si scarichi la responsabilità di un errore, che ha costretto molti anziani a tornare a casa in una giornata di freddo, adducendo un malfunzionamento di un sistema informatico. Se fosse stato veramente il sistema informatico a non funzionare, infatti, non sarebbe comunque venuta meno la responsabilità delle Asl , che per tale inefficienza avrebbe ritardato di tre giorni la somministrazione del Vaccino esponendo gli anziani a possibili contagi. Ancora più, grave, è quello che si legge nello stesso comunicato, “….tale rinvio essendo la finestra per la somministrazione della seconda dose sufficientemente ampia (da sette giorni prima a 14 dopo la data stabilita) non inficia in alcun modo la validità della vaccinazione…”. È falso. E la Asl avrebbe dovuto indicare correttamente quali sono le prescrizioni AIFA della scheda del vaccino Moderna. Al punto 4.2 della scheda, infatti, si legge che il vaccino è somministrato con ciclo di due dosi , si raccomanda di somministrare la seconda dose 28 giorni dopo la prima. Si “raccomanda”. L’ipotetica “finestra” citata dalla Asp, che andrebbe da sette giorni prima e 14 giorni dopo, non è la regola, ma uno studio di efficacia”.
“Le informazioni data dalle Asl nel comunicato sono state incomplete, parziali e fuorvianti. Ed è totalmente inaccettabile”, conclude il presidente del Pd Abruzzo.