A dirlo la candidata sindaca a Teramo, Maria Cristina Marroni.
“Spesso si ha l’impressione che si cerchi di amministrare Teramo come “Città chiusa al mondo”. Se nella vicina Città di Pescara, in pieno centro, si paga un abbonamento per residenti di 15/€ mese senza limitazioni, ci sarà un motivo che giustifichi l’enorme differenza con quanto proposto a Teramo, e cioè 80/€ mese con forti limitazioni e non meglio precisati sconti? Se nella vicina Città di Ascoli Piceno, il parcheggio residenti costa dai 25/€ annui (abbonamento base) ai 75/€ annui (abbonamento full), perché a Teramo si paga 50/€ all’anno per parcheggiare praticamente di notte, quando i parchimetri non sono attivi, mentre di giorno si sarebbe costretti a pagare una esosa tariffa oraria piena? Perché nelle altre città le zone Z.T.L. sono conformate in modo da includere anche un’ampia offerta di stalli per la sosta?”.
E ancora: “Come mai a Teramo non si è mai pensato, diversamente da altre città più virtuose, di introdurre, nelle vie del centro storico, la limitazione ai veicoli più inquinanti? Perché, sempre ad Ascoli Piceno, in pieno centro storico (in Corso Trento e Trieste, a pochi passi da Piazza Arringo) è possibile parcheggiare per tre ore al prezzo di un solo euro e a Teramo occorre il quadruplo? Il Comune di Teramo, dopo essere stato con le mani in mano per 4 anni senza aver affrontato la problematica della gestione dei parcheggi scoperti a pagamento, è finalmente addivenuto alla stipula di un contratto lo scorso maggio 2022, sulla scorta di un project financing che prevede precisi obblighi. Immediatamente dopo si è scoperto che la nuova gestione fosse enormemente peggiorativa rispetto a quella precedente, tanto che la stessa amministrazione è dovuta correre ai ripari chiedendo modifiche unilaterali di contratto e rimodulazioni di PEF, a danno dei cittadini che hanno subito l’innalzamento delle tariffe e l’allungamento degli orari del posteggio a pagamento. Ne consegue che il fallimento delle politiche di parcheggio sia ampiamente suffragato dai fatti. Sembra ovvio dover segnalare come sia stato invertito l’ordine delle priorità: logica vuole che dapprima si redigano e approvino il Piano Urbano del Traffico (PUT) e il Piano della Mobilità Sostenibile (PUMS), e solo poi si attui quanto necessario affinché tali piani abbiano compiuta esecuzione ed efficacia. Nel nostro caso – in maniera quantomeno anomala – il gestore dei parcheggi a pagamento risulta investito del compito di redazione sia del PUT che del PUMS, ma la effettiva attuazione della gestione degli stalli pubblici a pagamento è stata avviata prima che fossero sancite le regole generali che dovranno essere adottate sul traffico veicolare cittadino (comprese le aree pedonali, le Zone a Traffico Limitato e gli eventuali abbonamenti per i residenti). Pertanto, previa verifica circa la corretta esecuzione degli obblighi contrattuali da parte del gestore sin dall’avvio della concessione in essere (misure e numero degli stalli, adeguatezza dei parchimetri installati, stalli di servizio sociale/commerciale, ecc.), proponiamo una modifica temporanea della politica comunale dei parcheggi scoperti – nelle more dell’adozione dei citati PUT e PUMS – rendendoli integralmente gratuiti con il solo obbligo, laddove necessario, di sosta limitata a tempo tramite disco orario”.