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Emergenza sanitaria: “Solo giochi politici per la città di Atri”. Abruzzo Civico chiede le dimissioni del Sindaco

Atri. “Dall’avvento del Covid, la Città di Atri, sotto il profilo sanitario, sta vivendo una delle pagine più brutte della sua storia”, esordisce in una nota Abruzzo Civico Atri.

“Già la scelta di destinare l’Ospedale interamente alle cure Covid nel mese di marzo, senza che il Sindaco Ferretti avesse minimamente informato né Consiglio Comunale né la cittadinanza, aveva lasciato tutti interdetti. Una scelta che ha visto il S. Liberatore privato, per mesi, di tutti i suoi servizi ambulatoriali e specialistici. Pur con tutte le criticità, comunque, e grazie solo alla grande professionalità dei suoi operatori, stavamo vedendo il graduale ritorno ad una piena operatività, confortati (per la verità noi non troppo) anche delle innumerevoli dichiarazioni e rassicurazioni rilasciate dalle passerelle dai vari amministratori improvvisatisi esperti di strategie sanitarie”.

“Ma veniamo alla storia. Iniziamo dal Consigliere Regionale della Lega Emiliano Di Matteo che il 16 Marzo 2020 dichiarava : “…la decisione di trasformare in Ospedale Covid il San Liberatore in primis e poi, in caso di ulteriore necessità Giulianova e S. Omero è in linea con quanto si sta facendo e si farà anche nelle altre Province… Il Sindaco Ferretti ha subito accettato la decisione con ferma educazione…” Segue quella del Consigliere Regionale della Lega Tony Di Gianvittorio il 18 Arpile: “Il presidio del S.Liberatore ha una caratteristica peculiare, cioè ha due grandi aree distinte : quella definita vecchia e quella definita nuova, con due corpi affiancati. La soluzione più ottimale sarebbe quella di separare e chiudere temporaneamente il corridoio che collega le due aree e utilizzare la parte vecchia come rimanenze Covid sino ad esaurimento, così da poter riattivare i due corpi nuovi con tutti i reparti, le normali funzioni e la normalizzazione del pronto soccorso ”. Lo stesso Di Gianvittorio, il 3 Giugno 2020, a margine di un comunicato stampa dal titolo “ S.Liberatore Ospedale Free Covid ”, nella foga di informare che agli inizi del mese di luglio – poi accaduto ben oltre quella data -il nosocomio sarebbe tornato a svolgere appieno tutte le presentazioni dichiarava: “ …sarà mia premura far sì che il S.Liberatore possa essere definitivamente escluso dal piano pandemico nazionale così da mettere a disposizione tutti i posti letto della struttura per il normale svolgimento delle prestazioni ospedaliere di routine ”. Probabilmente ispirato dalle teorie complottiste e negazioniste del suo capitano, aveva già archiviato l’emergenza!”.

E ancora: “Dopo un periodo estivo vissuto con contagi pari allo zero, ecco che con l’autunno il virus ha ripreso a circolare con una forza inarrestabile ed esponenziale su tutto il territorio nazionale e regionale. Tra le province della Regione, la più colpita è quella del teramano. Ed ecco che si ricomincia a parlare del San Liberatore come, nuovamente, possibile Ospedale Covid. Nonostante il Sindaco Ferretti, a mezzo comunicati stampa e interviste, il 26 Ottobre dichiarasse : “ La scelta non può ricadere nuovamente su Atri e sarebbe auspicabile una rotazione che difficilmente popolazione, utenti e operatori del presidio capirebbero alla luce del fatto che una vasta zona geografica resterebbe priva dei servizi sanitari per la seconda volta in pochi mesi ”, e la Asl di Teramo, a margine di un incontro nella struttura sanitaria atriana, il 30 c.m. dichiarava : “…l’Ospedale S. Liberatore di Atri garantirà tutte le prestazioni e tutti i reparti presenti resteranno operativi…” l’unità di crisi della ASL di Teramo (come se fosse un soggetto alieno!) il 2 Novembre decide che il S.Liberatore, unitamente all’Ospedale di Giulianova, torni nuovamente Ospedale Covid”.

“Tutte le belle parole del Sindaco e della Direzione Generale della Asl, viste le decisioni prese”, continua la nota di Abruzzo Civico Atri, “sono letteralmente una presa in giro e una totale mancanza di rispetto verso la cittadinanza e la vasta area che afferisce al San Liberatore. Guarda caso, in questi giorni, stiamo assistendo allo smantellamento di reparti del S.Liberatore verso altri nosocomi della Provincia. Guardate Voi dove e giudicate.
Dal 5 Novembre 2020 le Unità Operative presenti presso il nostro nosocomio saranno così trasferiti:
– L’attività operatoria di Chirurgia, Ortopedia e Traumatologia saranno svolti presso i relativi reparti del P.O. di S. Omero;
– L’attività operatoria di Oculistica e Urologia presso il P.O. di Teramo
– Chiusura Reparto Medicina e trasferimento pazienti verso altri presidi ospedalieri
– Chiusura reparto di Lungodegenza

Caro Sindaco”, incalza Abruzzo Civico Atri, “se Lei avesse avuto l’educazione, ma soprattutto il rispetto in tutti questi mesi verso chi, anche nella sua veste istituzionale di consigliere comunale, ha suggerito e proposto soluzioni alternative che Lei ha rubricato come “un gufare sulle disgrazie della città”, se Lei fosse meno accecato da un livore annoso, lo stesso che anima la sua maggioranza, se Lei fosse meno condizionato dalle pressanti e ripetute rivendicazioni di ruoli che ciclicamente la tengono impegnato, se Lei avesse davvero alto il senso delle Istituzioni, il rispetto dei cittadini che non l’hanno votata ma che parlano attraverso i consiglieri comunali di minoranza, forse avrebbe avuto forza e autorevolezza per imporre scelte diverse, non ultima quella di dedicare una struttura totalmente esterna all’Ospedale da adibire a Covid. Questo avrebbe consentito il mantenimento di tutti i reparti e delle diverse attività ambulatoriali, e non staremmo, oggi, nuovamente a fare i conti con una sottrazione del diritto alla salute. Sindaco Ferretti, alla luce di tutto questo e considerata la totale incapacità nel gestire da primo cittadino una cosa più grande di Lei, se è vero che vuole bene alla Città di Atri, abbia il coraggio di rimettere il suo mandato. Per una volta faccia l’azione giusta per il bene di tutti gli atriani: si dimetta”.