Atri. Si chiama Leonardo ed il il neonato numero 500 nato nel 2014 all’ospedale di Atri.
Se da un lato prosegue la battaglia per conservazione del reparto di neonatologia al San Liberatore (venerdì sera, fino a tarda notte, l’intero consiglio comunale aveva occupato in maniera simbolica l’aula consiliare, con la presenza anche del consigliere regionale Luciano Monticelli), dall’altro i numero rappresentano l’elemento numerico sul quale lavorare per evitare la scure del taglio del reparto, così come deciso dal comitato tecnico della Regione.
“Secondo le proiezioni”, si legge in una nota del circolo cittadino del Pd, “nel 2014 quello di Atri sarà uno dei pochissimi ospedali abruzzesi a registrare una considerevole crescita rispetto ai parti del 2013, dell’ordine di circa 50 nati.
Si tratta di una conferma dell’elevata professionalità del personale sanitario del San Liberatore, che ha dato la migliore risposta a mesi di continue voci di chiusure e ridimensionamenti: continuare con serenità e competenza a fare il proprio lavoro, fornendo un servizio sanitario sicuro, professionale e, come dimostrano i numeri, molto apprezzato dai cittadini del comprensorio.
Con questa notizia viene meno anche l’ultimo alibi di coloro che da mesi invocano la chiusura del reparto nascondendosi dietro la burocrazia: ora il Punto Nascita atriano è in regola con i requisiti minimi previsti dall’Accordo Stato-Regioni del 2010, venendo a collocarsi nella fascia fra 500 e 1000 nati: la stessa di Teramo e Sant’Omero.
La sciagurata decisione di chiudere una realtà fiorente come l’ostetricia del San Liberatore, privando la ASL teramana di un avamposto fondamentale contro la mobilità interna e rendendo l’intero territorio meridionale della Provincia di Teramo un bacino di raccolta per il Pescarese, sarebbe dunque (e lo ribadiamo) non un automatismo tecnico, ma una precisa scelta politica. Invitiamo quindi ancora una volta i cittadini, gli esponenti politici e gli eletti di tutti i partiti del territorio teramano a prendere posizione con decisione contro questa eventualità”.