Teramo. Pierluigi Di Antonio è stato eletto nuovo presidente della Teramo Ambiente, ricevendo il testimone dal suo predecessore Fernando Cantagalli. E fin qui, nulla di nuovo, in una nomina arrivata qualche giorno dopo Ferragosto. Su questa stessa nomina però, pende il giudizio del governo.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione della Teramo Ambiente è infatti composto dallo stesso D’Antonio, da Pietro Bozzelli, consigliere di amministrazione e Luca Ranalli, nominato dalla parte privata (sotto forma di custode giudiziario). Nomine che, come sottolineato dalla Consigliera per le Pari Opportunità Anna Pompili e dalla consigliera comunale Maria Cristina Marroni, sarebbero in violazione della cosiddetta “legge Golfo”, quella che ha introdotto le quote rosa a tutela della presenza delle donne nelle società quotate.
Secondo la legge Golfo (120/2011), all’interno del Consiglio di Amministrazione della Teramo Ambiente doveva essere nominata almeno una donna (sono invece tre uomini). E se il sindaco fa notare la presenza di una donna all’interno del collegio dei revisori dei conti (Daniela Falconi), sulle nuove nomine pende in realtà la spada di Damocle della pronuncia del Dipartimento per le Pari Opportunità, che ha già ricevuto la segnalazione della presunta violazione. In prima istanza, nei prossimi giorni, potrebbe arrivare la diffida e costringere l’amministrazione a rivedere il CdA della propria partecipata. In caso di mancato adeguamento, la legge prevede il decadimento del nuovo CdA.