Il leader degli Antifà di Teramo è candidato al Consiglio Regionale e appoggia Maurizio Acerbo nella corsa alla poltrona di Governatore. “Qualora il vento resistente mi porterà all’emiciclo di L’Aquila – afferma – mi impegnerò per le battaglie che da sempre Rifondazione Comunista porta avanti come quella di introdurre un salario minimo garantito. La mia idea è quella di finanziare questa misura attraverso i proventi che deriveranno dai risparmi dovuti all’obbligo di istituire un tetto agli stipendi di tutti i dipendenti pubblici, in primis i politici e dirigenti, pari 36.000 euro l’anno, perché con 3.000 euro al mese ci vivi più che dignitosamente”. E ancora: “Penso che introdurre una legge regionale che faccia pagare multe più salate a chi ha redditi più alti così come imporre il pagamento dei pedaggi e dei posteggi orari in base alla cilindrata dei veicoli sia giusto e necessario. Bisogna, inoltre, guardare a chi paga la crisi e per farlo risulterebbe efficace garantire un fondo regionale da destinare alle famiglie meno abbienti per contribuire al pagamento delle bollette di luce e gas, daremo ossigeno a quei nuclei che troppo spesso si rivolgono agli istituti di credito, strozzini legalizzati, per far quadrare i conti”.
Altre idee di Rosci riguardano “uno dei problemi più grandi attualmente è quello della casa e soffrono in particolar modo le giovani coppie. Creare un garante regionale sugli affitti volto a calmierare i prezzi, incentivare l’edilizia popolare, favorire il riuso di spazi pubblici abbandonati contribuirà e non poco a dare un tetto a tutti. Per quanto riguarda l’occupazione vediamo che fondi regionali vengono impiegati per le sole imprese, abbiamo potuto notare come il numero degli occupati sia notevolmente diminuito. Individuare finanziamenti europei da destinare alla sviluppo di cooperative è un modo per rilanciare non solo l’occupazione ma anche l’economia perché attraverso le cooperative è interesse perseguire non le logiche di profitto ma l’interesse della collettività. Altro aspetto che ritengo di vitale importanza è legato al settore primario dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca. Stiamo lasciando incolta la terra d’Abruzzo abbagliati da occupazioni più dignitose nell’industria e nel terziario”. Anche l’industria è nei piani del leader degli Antifà: “Il settore dell’industria, che in Abruzzo vede la morte di interi distretti, paga a caro prezzo le logiche della globalizzazione. Imprenditori senza scrupoli, e non parlo di quelli che valorizzano il capitale umano, spinti dalle logiche del guadagno a tutti i costi stanno delocalizzando le proprie attività nei paesi privi di tutele sindacali e quindi dove il costo del lavoro è inferiore.
Difficilmente con leggi regionali potremmo invertire la rotta, ma la presenza di comunisti sarà di sicuro un’arma in più per gli operai. Dare una sponda politica alle lotte dei lavoratori risulterebbe un ottimo strumento contro il capitalismo e le politiche neoliberiste”.