Teramo. Il candidato sindaco Gianluca Pomante contro le esternalizzazioni dei servizi del Ruzzo.
Anche il candidato alla poltrona di primo cittadino, “adottato” dalle liste civiche Teramo 3.0, “Movimento 139” e “Popolo di Teramo”, si schiera contro i privati, in linea con quanto espresso ieri dal sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro al termine dell’Assemblea dei sindaci alla Ruzzo Reti. “Sono assolutamente contrario allo sfruttamento dell’acqua da parte dei privati – scrive Pomante – La collettività, contrariamente a quanto si vorrebbe far credere, non ne trarrebbe alcun beneficio ed anzi verrebbe ulteriormente spogliata di risorse, delle quali potrebbe invece fruire per risollevare le sorti della propria economia”. Un ipotetico ingresso dei privati non sarebbe casuale secondo il candidato sindaco: “Sorge spontaneo il dubbio che la pessima gestione che ha caratterizzato Ruzzo Reti Spa negli ultimi anni non sia stata casuale, ma finalizzata a precostituire le condizioni che dovrebbero portare all’accettazione di tale possibilità da parte della collettività. Una collettività che una certa politica sta cercando di prendere per stanchezza, nel maldestro tentativo di far passare la privatizzazione come unica soluzione per non aumentare le tariffe e ripianare i debiti di bilancio”. Le strade da percorrere sarebbero dunque altre. “E’ invece assolutamente necessario che ogni risorsa ed investimento siano gestiti direttamente da Ruzzo Reti Spa ed impegnati nel risanamento del Bilancio e nella tutela dei posti di lavoro – prosegue Pomante – I politici che intendono ammettere il fallimento della loro gestione, dichiarando che l’unica soluzione è la privatizzazione, dovranno tenersi ben lontani dall’eventuale processo di risanamento di Ruzzo Reti Spa che, in mano loro non potrebbe che risolversi nell’ennesimo fallimento”. E, per concludere, lancia un avviso al “navigante” Maurizio Brucchi: “Gradirei che si esprimesse chiaramente il Sindaco del Comune di Teramo, nella sua qualità di socio importante di Ruzzo Reti Spa, il quale sembra voler tenere un comportamento “pilatesco”, assecondando le intemperanze di quelli che vorrebbero imporre la loro personale visione dell’azienda”.