E allora? Tanto Teramo è destinata all’estinzione (come Provincia si intende). Vero, ma nel frattempo cosa succede? Fermo restando che il decreto non è ancora stato convertito in legge.
“Non riusciamo nemmeno più ad immaginare un futuro, non tanto per l’Ente, ma per questo territorio, costretto ad affrontare una crisi indotta dall’insipienza dei tecnici al governo” commenta il presidente Valter Catarra. “Abbiamo a che fare con tecnici ignoranti, nel senso che ignorano il funzionamento di una pubblica amministrazione”. Il riferimento è alla norma che obbliga gli enti a pagare le imprese entro 30 giorni. “Lo faremmo volentieri” è la replica “ma dobbiamo fare i conti con i 39 milioni di euro che ci sono stati tagliati in tre anni e mezzo”.
A questo punto, bisognerà solo augurarsi che il prossimo inverno non sia piovoso nevoso come quello del 2011. Perchè in questo caso la Provincia nulla potrebbe in termini di viabilità e gestione dell’emergenza.
“Se non ci sarà un ripensamento da parte del Governo” commenta ancora Di Giacinto “rischiamo di non approvare il bilancio entro il maggio 2013, termine ultimo”. La mancata approvazione, ovviamente, avrà delle conseguenze. Una su tutte: il commissariamento dell’Ente.
“Una sorta di commissariamento obbligato” aggiunge Catarra. “Pretendono che vengano chiusi i bilanci con tagli di questa entità. Noi ci ribelliamo e siamo pronti a dire la nostra”. Progetti, in questo senso, ve ne sono, eccome. “Assieme ad altre Province” annuncia il presidente “stiamo pensando di presentare un ricorso al Tar contro i tagli del governo. Abbiamo a che fare con un vero e proprio colpo di Stato e non possiamo certo rimanere in silenzio”.
Marina Serra