Tanti i cittadini teramani che hanno risposto alla mobilitazione partecipando con interesse all’iniziativa. Diversi anche i politici teramani che hanno risposto all’invito di “Teramo Nostra” con riflessioni e proposte diverse ma aventi un unico obiettivo: quello di salvare, ad ogni costo, la Provincia di Teramo. I lavori sono stati aperti dal Presidente di “Teramo Nostra” Piero Chiarini che ha ricordato l’impegno profuso dall’Associazione e il consenso che cresce ogni giorno tra i nostri concittadini, per difendere il ruolo di Teramo Capoluogo, dalle varie ipotesi di annessione proposte dai politici regionali e nazionali.Mirko De Berardinis di Teramo Nostra, ha invece esposto i rischi concreti che si avrebbero per Teramo con la perdita del Capoluogo: enti, uffici e servizi potrebbero “sparire” in poco tempo, lasciando morire il nostro territorio. Dura anche l’accusa lanciata al Presidente Chiodi, che da teramano, nulla ha fatto per difendere la sua Città da questo violento disegno predatorio. Il Prof. Sandro Melarangelo, Direttore Artistico di “Teramo Nostra” ha ripercorso la storia della Provincia di Teramo, rimarcando le differenze storiche, culturali e geografiche con le altre Provincie dell’Abruzzo. Lungo poi l’elenco degli “scippi” subiti in passato da Teramo, a vantaggio degli altri Capoluoghi: dalla caserma degli alpini all’ENEL, dalla Telecom alla Banca D’Italia, passando per i 34 comuni sottratti nel 1927 per la creazione della Provincia di Pescara. Antonio Topitti, Presidente Provinciale Confesercenti, ha sottolineato il grave danno economico che si avrebbe per tutte le attività commerciali e i pesanti disservizi che ricadrebbero sui cittadini, con un reale aumento dei costi e non una riduzione. Il Sindaco di Pineto – Segretario del CAL – Luciano Monticelli, ha ricordato il suo impegno per difendere la Provincia di Teramo contro la “fame” di annessione del nostro territorio teramano da parte dei politici pescaresi e chietini. Monticelli, dopo aver ricordato il suo voto negativo alla proposta elaborata dal CAL, ha ribadito che toccherà al Consiglio Regionale affrontare il riordino delle Provincie Abruzzesi.Il Presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra, ha illustrato tutte le iniziative intraprese finora dall’Ente per scongiurare l’annessione, lasciando aperta la porta di un’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale. Il Capogruppo del PD alla Provincia di Teramo Ernino D’Agostino ha invece prefigurato il possibile scenario che si avrebbe dopo l’annessione della nostra Provincia con l’Aquila: i comuni della fascia costiera sud e
quelli della Val Fino pronti ad andare con Pescara e la Val Vibrata con Ascoli Piceno. D’Agostino ha annunciato la completa adesione del PD Teramano alla mobilitazione avanzata da “Teramo Nostra” per salvare la nostra Provincia, dichiarando altresì la completa autonomia del PD provinciale sull’argomento, rispetto alle scelte di annessione del nostro territorio avallate e sostenute dal Partito Democratico regionale.Il Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, ha apprezzato l’energia spesa finora da “Teramo Nostra” e ha ricordato il suo impegno per la difesa di Teramo Capoluogo all’interno del CAL e nei vari organismi politici regionali. Il Sindaco si è mostrato preoccupato per le sorti di Teramo che rischia di spegnersi con la perdita di oltre 1000 posti di lavoro. Brucchi, fiducioso per la prossima discussione sul riordino in Consiglio Regionale ha rilanciato la proposta delle 3 provincie abruzzesi: L’Aquila, Pescara-Chieti e Teramo con il ritorno nella nostra Provincia dei Comuni dell’area vestina, sottratti nel 1927. L’ipotesi del Sindaco, formulata a luglio da “Teramo Nostra” e appoggiata da diversi Sindaci dei Comuni dell’area montana pescarese, è stata giudicata fattibile anche dal Capo Di Gabinetto del Ministro della Pubblica Amministrazione Patroni Griffi. – In caso di annessione all’Aquila, già Capoluogo di Regione, faremo di tutto – afferma il Sindaco – per difendere il nostro ruolo di Capoluogo di Provincia – .Il Sen. del PDL Paolo Tancredi, nel ricordare le differenze tra Teramo e gli altri territori della nostra Regione ha ricostruito gli scontri campanilistici, anche violenti, avvenuti nel 1970, tra L’Aquila e Pascara per la contesa di uffici e strutture della neonata Regione Abruzzo. Tancredi ha promesso di bloccare questo folle disegno quando il decreto arriverà in Parlamento. Il Senatore ha poi dichiarato che se invece dovesse riaprirsi la disputa sulle Provincie abruzzesi, con il mantenimento di tre Capoluoghi: L’Aquila, Pescara e Chieti e l’annessione della sola Teramo, allora sarà battaglia. Presenti all’incontro anche l’Assessore Regionale Paolo Gatti PDL e i Consiglieri Comunali Alberto Melarangelo PD, Gianguido D’Alberto PD e il Capogruppo del PRC Sandro Santacroce.