Ecc.mo Vescovo,
La sappiamo, quale espressione della Chiesa, garante dell’accoglienza nei confronti di etnie diverse sul territorio. Tante le associazioni cattoliche impegnate nella diocesi aprutina e nella nostra provincia per il sostegno morale e finanziario a cristiani e non per l’integrazione nella nazione.
Purtroppo dobbiamo registrare una riottosa posizione espressa nel massimo consesso cittadino dei giorni scorsi (consiglio comunale) sulla solidarietà verso i figli degli immigrati che dovrebbero meritare, secondo la legge, riconoscimento legale per essere italiani a tutti gli effetti. Rigurgiti razzisti con pregiudiziali motivazioni non dovrebbero avere, essi sì, cittadinanza in una comunità come Teramo, gemellata con Roma per la pace, che in questi giorni vive una festa sportiva giovanile all’insegna dell’unità tra i popoli.
“Teramo città aperta al mondo” non può consentire esternazioni tali da contraddire lo spirito di fratellanza condiviso dalla cittadinanza.
Teramo Nostra, che fu artefice del ripristino dopo 200 anni della Festa della pace nella domenica in albis, indignata per l’accaduto, fa appello alla Sua sensibile persona e al Suo autorevole ruolo di pastore affinché questi episodi vengano stigmatizzati e non abbiano seguito.
Piero Chiarini, presidente di Teramo Nostra