Silvi. Il Consiglio Regionale, riunito oggi, ha approvato a maggioranza la tanto discussa Variante al Piano Paesistico proposta dal Comune di Silvi. Una notizia accolta con “rammarico” da Legambiente, che più volte aveva evidenziato le “gravi carenze e inadempienze procedurali e normative della variante stessa”.
“Il Consiglio Regionale ha agito come Ponzio Pilato” commenta Michele Cassone, presidente del circolo Legambiente Terre del Cerrano “scaricando sul Comune di Silvi tutta la responsabilità nel gestire le gravi questioni che purtroppo caratterizzano la variante al Piano Regolatore Generale di Silvi, dando prova di rispondere solo a logiche e a interessi di partito e non ai reali interessi del territorio e dei cittadini. A questo punto ci aspettiamo che l’Amministrazione comunale di Silvi, già diffidata da Legambiente, risponda presto alle gravi questioni sollevate in merito alla mancata ripubblicazione del piano osservato con conseguente riacquisizione del parere del Genio Civile, e alla mancanza della valutazione ambientale strategica e di riduzione del rischio sismico. Diversamente agiremo, senza ombra di dubbio, nelle opportune sedi giudiziarie per difendere i reali interessi di Silvi e dei suoi cittadini”.
Sull’argomento interviene anche il consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini, che nella seduta di questa mattina, ha ribadito la sua contrarietà al provvedimento, con l’intero Gruppo Consiliare.
“L’abbiamo detto e denunciato e lo ripetiamo” commenta il consigliere. “Con questo voto la maggioranza rischia di far arenare la variante al PRG con il serio rischio di veder sfumati anni di lavoro tecnico-amministrativo e soprattutto anteponendo all’interesse collettivo dei cittadini di Silvi gli interessi dei speculatori dell’edilizia”. E, come spiega ancora Ruffini, l’adozione di questa variante può comportare ed innescare un pericoloso contenzioso per due motivi. Anzitutto, perché la variante iniziale è cambiata notevolmente: era nata come una variante tecnica, mentre adesso si amplia a dismisura, trasformandosi in una variante sostanziale. E poi, ancora perché un’altra variante è stata adottata e approvata durante l’iter della variante generale con modifiche che hanno contribuito a snaturare ulteriormente la variante generale del 2004.
Queste due ragioni, continua il consigliere del Pd, consiglierebbero al Comune di Silvi una maggiore attenzione ed in modo particolare di rispettare alcune prescrizioni di legge. L’accoglimento delle osservazioni ha reso circoscritto ed incompleto il parere espresso dall’ex-Genio Civile per cui oggi ricorre l’obbligo della riacquisizione del parere. Ricorre, inoltre, l’obbligo della verifica di assoggettabilità a procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Occorre, infine, ottenere la validazione regionale dello studio di microzonazione sismica e dell’adozione della carta delle microaree a comportamento sismico omogeneo.
“Il nostro voto contrario” conclude Ruffini “è stato soprattutto un voto a difesa del territorio, delle possibili speculazioni edilizie e dalla possibilità di vanificare tutto l’iter in quanto incompleto. Per questo riteniamo che, prima che la Regione esprimesse il proprio parere, sarebbe stato opportuno che il Comune di Silvi avesse chiarito bene le procedure e soprattutto avesse acquisito i pareri necessari. Ma così non è stato. Ora il rischio è che un interesse collettivo per cittadini, famiglie, professionisti e imprese di Silvi, che ne aspettano l’approvazione, venga vanificato per l’incapacità di un Comune e per ragioni poco trasparenti”.