E lo hanno fatto attraverso una lettera aperta, con la quale si propone di “aprire una nuova fase nella vita del Consiglio Provinciale, reagendo al progressivo degrado del ruolo e della stessa dignità istituzionale di un’assemblea elettiva nella quale dovrebbe esprimersi in modo autorevole la rappresentanza democratica del territorio provinciale”.
Nel documento vengono ricordati i “fatti più eclatanti che hanno umiliato la funzione del Consiglio (dalla vicenda allucinante dei collegi elettorali alla mancata attuazione da parte della Giunta di importanti atti di indirizzo deliberati all’unanimità, fino alla scandalosa seduta del 6 marzo quando la maggioranza respinse le proposte dell’opposizione ‘a prescindere dal loro contenuto’), evidenziando poi che “maggioranza ed opposizione hanno il comune dovere, morale ed istituzionale, di assicurare l’esercizio del ruolo di programmazione e coordinamento della Provincia, in un momento nel quale la comunità teramana vive emergenze economiche e sociali di proporzioni drammatiche”.
La proposta è quella di condividere nella Conferenza dei Capigruppo una agenda straordinaria di iniziative istituzionali sui principali problemi della provincia.
“Ferma restando la distinzione dei ruoli tra la maggioranza che deve sostenere l’azione di governo e l’opposizione che deve esercitare il controllo e lo stimolo critico, nulla vieta di fare del Consiglio Provinciale il ‘luogo principale’ del dibattito politico e di realizzare convergenze su obiettivi specifici e concreti, nell’interesse della collettività. Dallo svilimento della funzione del Consiglio Provinciale nessuna parte politica può trarre vantaggi”.
Cosa farà la maggioranza? Accetterà il calumet della pace?