“ Queste famiglie hanno fatto richiesta” prosegue Carusi, “ di una casa parcheggio e non di una casa popolare. Ebbene, l’ente ha risposto che le domande non possono essere prese in considerazione, perché sono occupate e qualora si liberassero, sarà fatto un bando per l’assegnazione in base ad una graduatoria tra gli aventi diritto”. Su questa disquisizione di natura tecnica (Carusi parla della differenza tra case parcheggio, per gestire l’emergenza abitativa, e alloggi popolari) viene argomentato il dissenso rispetto alle procedure seguite. “ I regolamenti andrebbero letti”, incalza Carusi. “La disciplina che regola l’assegnazione degli alloggi d’emergenza è chiara. La delibera di consiglio (n.21 del 29 febbraio del 2000, ndr) specifica chi può beneficiare della sistemazione in alloggio di emergenza individuando fra i nuclei familiari residenti coloro che sono stati colpiti da provvedimento di sfratto, coloro che sono senza tetto, e ancora chi è vittima di maltrattamenti La stessa delibera asserisce che la sistemazione in detti appartamenti ha luogo a seguito d’istruttoria dell’assistente sociale”. Nelle case parcheggio, poi, la sistemazione (e lo dice il nome stesso), è temporanea: sei mesi, prorogabili per un identico periodo. Su questo aspetto, poi, esistono delle situazioni che diventano da temporanee a fisse, problematica peraltro comune anche ad altre realtà”. Nell’evidenziare la problematica, poi Carusi lancia anche una stilettata all’organizzazione comunale. “ Ricordo ai responsabili dell’assessorato alle politiche sociali”, che l’ufficio di riferimento è stato dirottato nei locali dell’Arit e non si comprende, come mai, che gli avvisi pubblici, alcuni diffusi in questi giorni, invitano i cittadini a recarsi in piazza Matteotti, dove però l’ufficio dell’assistente sociale non c’è più. Anche su questo, servirebbe più attenzione”.