Il manager si è detto “convinto di aver interpretato l’Atto secondo la normativa vigente e cercando di creare una rete di assistenza equilibrata con un’ottica di riguardo alla medicina del territorio”.
Ruffini contesta, invece, al manager che le Linee guida regionali non vanno interpretate ma rispettate, sia nel metodo che nel merito. E nello specifico ha chiesto a Varrassi se, in merito all’iter dell’Atto, se sono stati acquisiti i parerei della conferenza dei sindaci e quelli del consiglio dei sanitari, quali sono gli strumenti e le iniziative per abbattere le liste di attesa e se la mission dell’Azienda si è ispirata ai 5 principi fondamentali quali la centralità della persona, la sostenibilità , la sussidiarietà, la qualità e l’etica. Ancora, se sono stati individuati i criteri e le modalità per l’affidamento delle direzioni organizzative (incarichi a primari e responsabili delle Unità Operative e dirigenti di servizio), se esiste un piano strategico aziendale, se per i malati oncologici è stato previsto un modello organizzativo che prende in carico il malato attraverso la creazione di un Polo oncologico, quali e dove sono i Distretti sanitari con funzione h24 e se sono stati individuati dei nuovi Servizi (come la ristorazione collettiva, la clinical governance, il marketing sociale) di dubbia utilità.
“Il manager” continua Ruffini “ha risposto a tutte le domande, ma ha offerto un quadro complessivo che dimostra che questo Atto è carente, inadeguato e poco trasparente. Per queste ragioni chiedo che non venga approvato dal Commissario e dal sub-commissario e che si torni a discuterne assieme a tutti gli organi deputati”.
Le principali carenze individuate dal consigliere del Pd riguardano l’assenza di un parere positivo da parte del consiglio dei sanitari, l’assenza di iniziative utili ad abbattere l’annoso problema delle liste di attesa (esclusa l’ipotesi di realizzare a Giulianova una nuova risonanza magnetica), l’assenza di azioni tese alla salvaguardia della dignità del malato, vedi ad esempio le lunghe file ai pronti soccorsi ed in diversi reparti, la mancanza di criteri e modalità per conferire gli incarichi ai vari responsabili sanitari ed amministrativi rinviando il tutto ad un regolamento interno, venendo meno sia all’obbligo della normativa regionale e soprattutto ad una esigenza di trasparenza, l’inesistenza di un piano strategico aziendale. E poi ancora, manca la previsione di costituire un polo oncologico e la presa in carico della Asl del malato oncologico, distretti funzionano solo h12 e non h24 lasciando sui territori nelle ore notturne solo la guardia medica e sui nuovi servizi previsti Varrassi ha motivato che sono nuove mode ed elementi chiave per l’assistenza.
“L’Atto aziendale” conclude Ruffini “prevede nuovi servizi per esigenze non giustificate da un punto di vista epidemiologico, mentre rispondono a logiche politiche. Ci sono al contrario realtà fortemente impattanti con la domanda di sanità che non vengono soddisfatte se non addirittura penalizzate, come ad esempio il Centro di patologia della nutrizione di Giulianova, la fibrosi cistica ed il Centro di Auxologia di Atri, i malati oncologici, l’urologia, l’ostetricia a Teramo e la rete di emergenza-urgenza”.