Il provvedimento prevede la riorganizzazione sul territorio degli uffici giudiziari e la soppressione delle sezioni distaccate, fatta eccezione per le isole minori. Rinviate di 3 anni, invece, tutte le azioni nelle province di L’Aquila e Chieti, colpite dal terremoto del 2009, come previsto dall’emendamento presentato dal senatore del Pd Giovanni Legnini. Ma se per Chieti e L’Aquila, il Senato ha dato il via libera al rinvio, perchè non dovrebbe essere lo stesso per la provincia teramana, anch’essa colpita dal sisma? Proprio di questo si è parlato oggi nella cittadina ducale, alla presenza del sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, e del senatore Legnini.
Ad introdurre il tema è stato il segretario di partito locale, Herbert Tuttolani, che ha rimarcato l’urgenza di “reagire e di combattere per fermare quello che sembra un inarrestabile declino di una delle città più rigogliose d’Abruzzo”.
“Siamo qui” ha detto “per affrontare quello che potrebbe verificarsi di qui a poco: la perdita del nostro Tribunale”. Una battaglia, quella del Pd, che non nasce oggi, ma risale allo scorso novembre, quando lo stesso Tuttolani aveva lanciato l’allarme. “Allora siamo stati tacciati di essere allarmisti” ricorda “quando invece eravamo solo allarmati, evidentemente a ragione! Poi invece si è riconosciuto che il problema esiste, tanto che sono avvenuti due passaggi importanti per tentare di preservare il tribunale: il primo a gennaio, quando il Consiglio Comunale di Atri ha deliberato all’unanimità un ordine del giorno col quale si impegna ad accollarsi tutte le spese inerenti le strutture che accolgono gli uffici giudiziari. Il secondo pochi giorni fa, quando le giunte comunali di Atri e Giulianova, insieme con la Provincia di Teramo, hanno deliberato di fare richiesta al Parlamento affinché venga esteso anche alla nostra provincia l’emendamento accolto per i tribunali di Chieti e l’Aquila, che proroga di tre anni il loro riassetto”.
“Il Governo Monti” ha proseguito Tuttolani “inizierà a breve l’iter decisionale ed è nostra ferma intenzione attivarci affinché possano essere fatte altre eccezioni (oltre a L’Aquila e Chieti), che tengano conto, ad esempio, del territorio o meglio delle distanze chilometriche tra le sedi interessate o ancora che abbiano la giusta considerazione delle infrastrutture esistenti. Crediamo che Atri e Giulianova, per la loro importanza e per la qualità dei loro servizi, meritino tutta l’attenzione e l’impegno dei parlamentari della nostra provincia”.
Secondo il sindaco Mastromauro, in tutto questo “è importante fare squadra, superando le logiche politiche e territoriali”. “Con questa legge” ha detto “il tribunale di Teramo rischia di scoppiare, perchè non può supportare tutta la mole di lavoro”. Un intervento condiviso anche dal sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, presente all’incontro.
Fondamentale è stato, poi, l’intervento del senatore del Pd, Giovanni Legnini. “La distribuzione dei tribunali nella provincia di Teramo” ha dichiarato “è già molto vicina a soddisfare le esigenze del legislatore e io cercherò di difendere questo assetto accogliendo le proposte del segretario Tuttolani, portando elementi di discussione che tengano conto delle distanze territoriali e delle infrastrutture. Questa legge rientra nell’ottica del taglio alle spese ma, considerando che i giudici di pace resteranno, perché i sindaci ne hanno fatto richiesta, considerando che si andrebbero incontro a investimenti per affittare locali a Teramo che possano ospitare altri uffici giudiziari, questa peculiarità viene meno e quindi non ha ragion d’essere”.
Le conclusioni sono state affidate al segretario provinciale del Pd, Robert Verrocchio. “E’ necessario difendere la storia della realtà atriana per salvaguardarne i servizi e la cultura” ha detto. “La politica deve tornare alla condivisione delle idee, non può più assumere decisioni nel chiuso di una stanza”. A questo proposito, il segretario provinciale ha lanciato l’idea di un tavolo di lavoro che, occupandosi di particolari tematiche quali la sanità e i rifiuti, sia allargato anche a rappresentanti politici e istituzionali non appartenenti al Pd.
Insomma, la cittadina ducale si appresta ad affrontare un’altra battaglia, dopo quella in difesa dell’ospedale, per il quale il Pd continuerà a lottare affinché possa tornare ad essere quel punto di eccellenza che era una volta. “Ma anche l’Agenzia delle Entrate” conclude Tuttolani “ridotta ad un semplice sportello informativo. O, ancora l’Ente Ricciconti colpito da una legge regionale che di fatto non fa altro che dissipare il patrimonio per appagare le ‘necessità’ clientelari del politico di turno”.
Forse, in questo caso (nella difesa della sede distaccata del Tribunale si intende) ci sarà una maggiore sinergia tra le forze politiche, cosa che ad esempio non è successa per il San Liberatore. E nessuno oggi potrà essere accusato di essere solo un ‘allarmista’. O almeno questo è quello che si spera.
Marina Serra