Il ministero della Giustizia, in sostanza, usufruirà gratuitamente, in comodato d’uso, dei due edifici, sedi distaccate del palazzo di giustizia.
“La decisione” spiega l’assessore Giammarco Marcone “nasce dalla necessità di tutelare importanti servizi che, oltre a rappresentare un presidio di legalità sul territorio, sono basilari non solo per l’immagine ed il prestigio della città, ma anche dal punto di vista dell’indotto che essi comportano”. In soldoni, infatti, l’operazione comporterà una perdita annua di circa 100mila euro (di cui 60mila relativi agli affitti), somma erogata dal Ministero a parziale rimborso delle spese relative agli uffici giudiziari. “Per il nostro Comune” aggiunge Marcone “sarà impegnativo rimodulare le spese ed i servizi”.
Il primo cittadino Gabriele Astolfi evidenzia, poi, l’importanza di una decisione che rappresenta per l’Amministrazione un impegno sicuramente gravoso dal punto di vista economico, ma che vuole dare un segnale di partecipazione delle istituzioni a tutela degli uffici giudiziari locali, di cui si discute una riorganizzazione a livello nazionale.
Eppure, solo qualche mese fa, a novembre per la precisione, era stato lo stesso Astolfi a smentire le voci (diffuse dal segretario comunale del Pd, il quale aveva parlato di un’eventualità legata al decreto legge approvato dall’ex Governo Berlusconi – il n. 6 del luglio 2011 – poi convertito in legge, che disciplina la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari) di una ipotetica chiusura della sede distaccata dell’ufficio atriano, affermando che si trattava di una “preoccupazione inutile, dato che il rischio semplicemente non sussiste”.
Resta il fatto che l’amministrazione comunale atriana ha deciso di scendere in campo in difesa di quello che la stessa definisce un “importante servizio”. E viene alla mente il destino dell’ospedale, rispetto al quale l’amministrazione comunale sembra essersi chiusa in un assordante silenzio: quando si dice “due pesi e due misure”. Perchè il tribunale si e l’ospedale no? Quali sono i criteri di questa scelta? Si potrebbe replicare dicendo che il San Liberatore non è in pericolo, come gli amministratori locali hanno sempre sostenuto, che ne uscirà potenziato dall’atto aziendale. E la recente chiusura di Psichiatria? Anche questo fa parte del potenziamento? Che differenza corre tra una sede distaccata del tribunale e un ospedale? Non sono, forse, entrambi “servizi basilari per il prestigio e l’immagine della città?”. Oltre che per il benessere del cittadino?