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Abbracciamo i confini: a Civitella del Tronto seduta congiunta dei Consigli Provinciali di Ascoli e Teramo

Civitella del Tronto. Un luogo storico per un evento storico. Non poteva essere scelta una location più “azzeccata” per celebrare la conclusione delle celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia. E per la prima volta, venerdì 25 novembre, alle ore 15.30 nella Sala del Consiglio Comunale di Civitella, si terrà una seduta congiunta dei Consigli Provinciali di Teramo e Ascoli Piceno.

Una seduta solenne che sarà soprattutto l’occasione per riflettere “sulle possibili sinergie tra i territori Piceno ed Aprutino”.

“I nostri territori” ha detto il presidente Valter Catarra “sono accomunati da due gravi emergenze: il lavoro e il dissesto territoriale. Due emergenze che non possono più aspettare: proporrò che i due Consigli Provinciali deliberino una richiesta d’incontro urgente con il Governo chiedendo il finanziamento del protocollo Vibrata-Tronto e i fondi per l’alluvione. Le nostre rispettive Regioni hanno già fatto il loro dovere ora spetta al Governo darci delle risposte. Non chiediamo assistenzialismo ma azioni a sostegno per ammodernare, riconvertire, innovare”.

Due territori diversi, dunque, ma con tanti punti in comune e Civitella rappresenta l’emblema di questa unione. “Di area vasta se ne parla da tempo” ha detto il presidente del Consiglio Provinciale di Teramo, Mauro Martino “ma questa è la prima volta che lo si fa in una sede istituzionale”.

Soddisfatto dell’iniziativa il collega marchigiano, Armando Falcioni. “Un momento significativo di alto e qualificato profilo istituzionale, oltre che scientifico, per un’ampia riflessione su territori omogenei dal punto di vista dell’identità, delle tradizioni, delle abitudini, del paesaggio, del tessuto produttivo, ma divisi da retaggi storici e da confini amministrativi che possono frenare le potenzialità di sviluppo e di integrazione delle due realtà confinanti. Confini territoriali che nessuno vuole mettere in discussione, mentre vanno superate tutte quelle barriere che ci consentirebbero di cominciare a ragionare in termini di area vasta”.