A chiederselo è il WWF di Teramo che, in una nota indirizzata all’amministrazione provinciale, agli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni e alla ditta interessata, dice la sua sulla localizzazione di un impianto di digestione anaerobica (biogas), presentato da una importante azienda che opera nel settore alimentare della zona. Il progetto, infatti, è attualmente in fase di esame negli uffici della Provincia di Teramo e della Regione e prevede la realizzazione di un impianto di piccole dimensioni (537 kw), alimentato a biomasse, da costruire nelle vicinanze dell’argine del Vomano, in prossimità della sua foce.
Ma, oltre ad essere configurata come zona a rischio esondazioni, l’area in cui dovrebbe sorgere l’opera contrasta in maniera netta con gli strumenti di pianificazione esistenti.
“L’impianto” si legge nella nota del WWF “dovrebbe sorgere all’interno di un’area di interesse bioecologico secondo il Piano Territoriale Provinciale (PTP) dove non sono ammesse trasformazioni dello stato di fatto dei luoghi se non finalizzate al risanamento e restauro ambientale, alla difesa idrogeologica, alla salvaguardia e corretto uso delle risorse e dei valori biologici, ambientali e paesaggistici”.
Secondo il WWF, dunque, in quella zona non solo non possono essere effettuate nuove costruzioni ma, secondo quanto indicato nel Piano, si dovrebbe addirittura provvedere allo smantellamento degli insediamenti già esistenti. E viste le conseguenze dell’ultima alluvione avvenuta lo scorso marzo, i cui segni sono ancora ben visibili nella costa meridionale teramana, appare paradossale che si continui a pensare di progettare manufatti nelle vicinanze di corsi d’acqua.
“Il Comune di Roseto degli Abruzzi ha una superficie di oltre 52 km quadrati” continua la nota “possibile che non si trovi un altro posto dove realizzare l’impianto? Tra l’altro il sito è abbastanza distante dallo stabilimento e quindi i prodotti necessari alla produzione del biogas dovrebbero essere trasportati con mezzi pesanti, necessitando, inoltre, della realizzazione di una strada con ulteriore danno ambientale”.
Per il WWF, dunque, lo spazio c’è. Basta saperlo trovare.