A partire dall’Italia dei Valori, che si è espressa in proposito per bocca del suo capogruppo regionale Carlo Costantini.
“Ormai sono diverse le Procure che si occupano della TeAm e di chi gravita o ha gravitato al suo interno” commenta. “Tuttavia, quello che accade al Comune di Teramo non finisce mai di stupire. L’ultima perla è quella della convenzione per la gestione dei servizi cimiteriali”. Il Comune, infatti, già con la giunta Chiodi, aveva affidato alla TeAm ed al suo socio privato la gestione di tutti i servizi cimiteriali, “violando l’obbligo di ricorrere al mercato, con un danno per i contribuenti che la Corte dei Conti stima ormai stabilmente in un importo variabile dal 5 al 10 per cento del valore dell’affidamento”. Lo stesso Comune “dona alla TeAm ed al suo socio privato anche tutti i crediti per canoni e proventi dovuti dai cittadini teramani e non ancora pagati al Comune alla data di sottoscrizione della convenzione: dunque, attività già pagate i cui corrispettivi finiscono senza alcuna logica direttamente nelle tasche della TeAm e del suo socio privato”. Quest’ultima “incassa subito tutto quello che c’e’ da incassare ed assicura le sue prestazioni per 15 anni. Si da il caso, però, che la durata della concessione di un loculo è fissata in 40 anni e che, di conseguenza, scaduta la convenzione con la TeAm ed incassato tutto ciò che c’e’ da incassare, resteranno scoperti gli ultimi 25 anni di gestione dei servizi cimiteriali, che il Comune (o meglio, i cittadini di Teramo) dovranno pagare ex novo. La TeAm, anche in questo caso senza averne i requisiti, diventa addirittura società che progetta cimiteri e che appalta i relativi lavori”. Una ricostruzione che, secondo Costantini, porta ad un’unica conclusione: “basta leggere le convenzioni tra il Comune di Teramo e la TeAm e constatare che chi deve alzare una mano, la alza sempre, chi deve metterci una firma, non la fa mai mancare, chi dovrebbe controllare, sembra occuparsi di altro, per capire perché siamo sull’orlo di una bancarotta morale, prima ancora che economico-finanziaria”.
Sulla questione TeAm-Enerambiente interviene anche il coordinatore provinciale di Futuro e Libertà Antonio Lattanzi, il quale chiede massima chiarezza sull’attività amministrativa della società che gestisce i rifiuti nel teramano.
“Intanto” spiega “perchè la proprietà di Enerambiente è la stessa che detiene il 49 per cento della TeAm e in secondo luogo perchè i continui cambi di veste societaria del socio privato della TeAm. non consentono una serena gestione, considerato anche che Faggiano lasciò le redini di Amministratore Delegato per motivazioni totalmente oscure. Poi restano aperte ed insolute le questioni della proroga dell’affidamento dei servizi, effettuata nel 2010 senza lo svolgimento di gara pubblica, e quella del certificato antimafia riservato, che la Prefettura di Teramo ha inviato al sindaco Brucchi. Se, per tutti, vale sempre il principio della presunzione di innocenza, per l’Amministrazione comunale di Teramo questo è il momento della massima trasparenza al fine del rispetto scrupoloso della legalità”.
Fli si augura, tuttavia, che i servizi per i cittadini siano salvaguardati e che il Comune si accinga ai prossimi rinnovi delle cariche societarie offrendo nominativi che diano le massime garanzie di estraneità da qualunque ombra o illazione.
Il commento del segretario comunale del Pd, Alberto Melarangelo. “Il Partito Democratico è sempre stato accusato dal Sindaco Brucchi di fare demagogia sulla vicenda Team e di non avere a cuore le sorti della società e dei suoi lavoratori. Da tempo il PD urla al vento che il socio della Team Enerambiente non è particolarmente affidabile, visto le numerose posizioni debitorie, l’attenzionamento da parte dell’Antimafia e la sua messa in liquidazione. Più di una volta i consiglieri comunali del PD hanno evidenziato che l’Avv. Faggiano, amministratore della Team, era soggetto condannato per gravi fatti a Brindisi e che lo stesso, durante l’amministrazione Team aveva avuto alcune condotte poco trasparenti tra le quali si ricorda una serie di affidamenti diretti di servizi ad alcune aziende del napoletano per i quali oggi la Team rischia di pagare milioni di euro. Tante volte il Partito ha chiesto al Sindaco di sciogliere i rapporti con la Enerambiente visti gli accertamenti dell’Antimafia e le circostanze annotate nel certificato prefettizio rimesso qualche tempo fa al Sindaco. Siamo preoccupati per la nostra municipalizzata Team, per il nostro territorio e per i posti di lavoro. Il Sindaco è sempre rimasto sordo alle richieste del PD; l’arresto di Faggiano è un primo segnale che non può e non deve essere sottovalutato. Il PD continuerà a vigilare, a controllare, a proporre ed a pungolare il Sindaco perché si attui un maggior controllo e si usi maggior rigore nell’amministrare della Team”.