“Abbiamo dato la priorità alle politiche sociali” spiega meglio il neo sindaco Vincenzo Di Marco, “lasciando invariati gli impegni economici per servizi ad anziani e diversamente abili e nessun taglio, anzi, incrementi e miglioramento delle politiche a favore dell’istruzione dei bambini e adolescenti che frequentano le scuole comunali”.
Tagliati, invece, i rimborsi spesa di rappresentanza, i costi di funzionamento degli uffici, gli acquisti di materiale. Azzerati, infine, i contributi alle associazioni, alla cultura e notevolmente ridotti i contributi allo sport, eccezione fatta per le attività sportive giovanili, oltre a tagli lineari su quasi tutti i capitoli di spesa.
“Per chiudere il bilancio” continua Vincenzo Di Marco “non sono bastate le riduzioni di spesa e i tagli, purtroppo. Si è dovuto provvedere anche all’aumento di qualche tassa come l’addizionale irpef che dallo 0,2 per mille si è stati costretti ad elevarla allo 0,4 per mille, l’adeguamento del 21% della tassa sui rifiuti e di alcuni servizi a domanda ( terme e colonia marina) . L’aumento della tassa sui rifiuti si è reso necessario per far fronte ai maggiori costi di smaltimento presso la discarica di Chieti del rifiuto indifferenziato, che purtroppo nel corso di questo anno sono passati da 150 euro a tonnellata a 190 euro, oltre alle spese per conferire il rifiuto organico in siti dell’Emilia Romagna ( da 98 euro a 194 euro a tonnellata), a causa della chiusura improvvisa degli impianti locali. Purtroppo e a malincuore siamo dovuti ricorrere a questo perché non vi era altra via di uscita o altra soluzione, al contrario di quanto qualcuno va sostenendo. Per completezza dobbiamo dire che il nostro comune, nonostante gli aumenti attuali, continua ad essere tra quelli che in provincia ha la tassazione più bassa”.
Proprio sui rifiuti Di Marco si scaglia contro una mancata “programmazione di realizzazione di discariche e impianti in grado di soddisfare le esigenze della nostra provincia. Lo dico senza vena di polemica, ma col solo scopo di cercare di offrire il mio modesto contributo. Io penso che la politica deve riprendersi il suo ruolo che è quello di programmare da ora in poi discariche e impianti di trattamento pubblico o strettamente a controllo pubblico. I privati in questo campo dovranno essere sussidiari al pubblico. L’unico vero modo per abbassare le tariffe e per porre fine al sistema di monopolio che si è creato nella nostra Regione. Non è più possibile accettare supinamente rincari di tariffa (oggi arrivati a 200 euro ogni 10 quintali) per scaricare rifiuti a Chieti e a Pescara, solo perché la politica non fa il suo mestiere. Scopriamo che se ci spostiamo nelle vicine Marche e nel Lazio i costi conferimento in discarica sono totalmente diversi e si aggirano all’incirca intorno alle 100 euro per 10 quintali di rifiuti. C’è qualcosa che non va e credo che bisogna informare i cittadini di questo come stiamo facendo noi in questi giorni. Gli inceneritori proposti dalla Regione non sono la soluzione, perché credo che la nostra regione non ha i quantitativi necessari di rifiuti per farli funzionare. Tranne che abolire in Abruzzo per legge la raccolta differenziata e bruciare tutto, che tra le altre cose non è possibile per visti gli obiettivi fissati dalle norme dell’Europa e del governo”.