“E’ importante fare chiarezza su questa vicenda e dire come sono andate veramente le cose”. E, in questo caso, c’è un verbale che secondo Brucchi parla chiaro. “Nel 2010” spiega “in alcuni Comuni c’erano state le elezioni ed il rapporto era di 19 a 17 (tra centrodestra e centrosinistra). All’epoca dissi che il CdA non rappresentava l’assemblea e chiesi di rimischiare le carte. Furono loro a mostrare i muscoli, chiedendomi di aspettare le elezioni 2011. Io ho aspettato, ma ora il rapporto è di 20 consiglieri del centrodestra contro i 16 del centrosinistra. Come primo atto ho chiesto le dimissioni del CdA, non più rappresentativo dell’Assemblea. Il bilancio è un’altra cosa ed infatti è stato discusso e approvato”.
“Questa è la verità” aggiunge “non c’è stato alcun ricatto. Avevamo una strategia chiara: se non si fossero dimessi avremmo proceduto alla revoca, ma questo lo sapevano già”.
Maurizio Brucchi ringrazia l’ex presidente Giacomo Di Pietro “perché ha dimostrato un grande senso di responsabilità. Quel Cda non rappresentava più la maggioranza e le leggi della democrazia parlano chiaro”.
Ma il segretario Verrocchio non è l’unico “bersaglio”, che critica fortemente anche il collega di Giulianova, Francesco Mastromauro. “E’ meglio se rimane in silenzio considerato quello che succede nel suo Comune, dove la figlia dell’ex candidato sindaco di centro destra è stata nominata assessore della sua Giunta”.
E sull’ipotesi dell’ingresso di due Comuni aggiunge: “parliamo di Pineto e Isola del Gran Sasso. Guarda un po’, due sindaci di centro sinistra”. Insomma, Brucchi parla chiaro: “Nessun ricatto, non abbiamo mostrato i muscoli: abbiamo solo fatto valere la legge dei numeri”.
Ora la discussione è tutta ferma sul prossimo presidente. “Abbiamo una rosa di nomi, che metteremo sul tavolo per valutarne le capacità. Strozzieri è tra i papabili, ma non c’è alcuna certezza. E per quanto riguarda Giacomo Di Pietro, ormai è fuori dal Ruzzo”.