A sollevare il caso è il consigliere comunale di minoranza Giovanni Giusti che parla di un primo cittadino vendicativo e autoritario”.
Giusti in una nota parla di un caso specifico, lanciando accuse forti e dirette al primo cittadino.
“Mesi fa”, racconta, “il sindaco mi avvicinò e riferendosi ad un dipendente comunale in mobilità mi disse, che parlava male di lui e che così come l’aveva messo a fare l’autista ai servizi sociali lo avrebbe potuto dirottare al taglio dell’erba.
Ebbi subito una sensazione sgradevole di fronte alle parole del Sindaco che, in barba alle libertà di pensiero e di espressione sanciti dalla Costituzione italiana, stava confondendo il suo ruolo istituzionale con quello politico e non accettava il dissenso sul lavoro svolto dalla “sua” amministrazione comunale. Tenni nascosta l’istintiva irritazione nel tentativo di tutelare l’amico che si trovava in una posizione di vulnerabilità e provare a conciliare le rispettive posizioni, ma è arrivato ineluttabile il provvedimento minacciato dal Sindaco.
A questo punto ritengo doveroso dare visibilità e trasparenza ad una squallida vicenda: Quaresimale chiarisca quali sono le motivazioni alla base del cambio di mansioni al dipendente in mobilità, dica se il posto di autista ai servizi sociali era in eccesso o sarà assegnato a qualcun altro e presti molta attenzione al caso perché potrebbero esserci già i presupposti per una condizione di mobbing lavorativo”.