Nella lettera, la società proprietaria dell’area (che ha sede legale a Sant’Omero) chiede ai sindaci di prendere in considerazione questa eventualità, alla luce delle difficoltà nello smaltimento dei rifiuti, che investe l’intero comprensorio. E’ bastato, però, che l’idea progettuale finisse sul tavolo dei sindaci della Val Vibrata, per animare un coro di no. Il primo a prendere posizione sulla tematica è Dino Pepe, sindaco di Torano, che si mostra molto scettico di fronte a questa prospettiva. Dissenso non tanto legato alla necessità, eventuale, di realizzare dei termovalorizzatori, ma sul fatto di localizzarlo in un’area che presenta diverse eccellenze, da quelle turistiche a quelle eno-gastronomiche e paesaggistiche e che ha fatto delle politiche ambientali un obiettivo peculiare. “ Non possiamo essere d’accordo sulla proposta”, ha sottolineato oggi, in conferenza stampa Dino Pepe (nella foto). “ In Abruzzo non è attivo nessun termovalorizzatore e non vediamo il perché debba essere realizzato in Val Vibrata, visto che nemmeno nel piano provinciale dei rifiuti, che ha fissato la realizzazione di un bio-essiccatore a Teramo”. Prevedere un impianto del genere, nel cuore della Val Vibrata, allarma alcuni sindaci, visto che anche il primo cittadino di Controguerra, Mauro Scarpantonio, non vede di buon occhio la
Il tema del termovalorizzatore, e comunque la semplice richiesta di sondare il terreno per una sua possibile realizzazione, come era prevedibile, ha prodotto una ridda di reazioni, tutte contrarie. Oltre ai tre sindaci in qualche modo interessati al possibile insediamento (Nereto, Torano e Controguerra), anche la politica provinciale si muove. Riccardo Mercante (Idv), ha presentato un ordine del giorno, da discutersi nella prossima seduta dell’assise provinciale (24 febbraio), proprio sulla
Pd di Nereto: siamo contrari al progetto. I Democratici di Nereto, in una nota, esprimono un netto dissenso alla possibilità di realizzare un termovalorizzatore nell’area dell’ex fornace Briko. “ Chiederemo immediatamente che l’intero consiglio comunale si pronunci sulla richiesta”, si legge in una nota, “ senza dimenticate che la Regione ha già classificato l’area come sito contaminato, dove dopo un travagliato iter di bonifica, sono in corso ulteriori indagini ambientali da parte dell’Arta. Si tratta di politiche” aggiunge Pierino Di Pietro, responsabile regionale ambiente del Pd, “che nei fatti disincentivano la raccolta differenziata. La mancanza di una programmazione seria a favore della prevenzione, del riciclaggio e trasformazione ai fini di riutilizzo producono poi richieste di installazione di inceneritori”.