Termovalorizzatore in Val Vibrata: i sindaci dicono no

area_termovalorizzatoreNereto. Un termovalorizzatore, con annesso centro per stoccaggio dei rifiuti, nel cuore della Val Vibrata. E’ questa la proposta che una società immobiliare, proprietaria dell’area dove insisteva la vecchia Fornace Briko (in via Colle Scarpone, nel territorio di Nereto e a ridosso della colline di Torano e Controguerra) ha avanzato a tutti i sindaci della Val Vibrata. Al momento si tratta di una semplice volontà imprenditoriale, finalizzata a realizzare un inceneritore su un appezzamento di terreno di oltre 70mila metri quadrati (nella foto), dove sono presenti dei vecchi capannoni dismessi, che in passato ospitavano le vecchia fornace.

Nella lettera, la società proprietaria dell’area (che ha sede legale a Sant’Omero) chiede ai sindaci di prendere in considerazione questa eventualità, alla luce delle difficoltà nello smaltimento dei rifiuti, che investe l’intero comprensorio. E’ bastato, però, che l’idea progettuale finisse sul tavolo dei sindaci della Val Vibrata, per animare un coro di no. Il primo a prendere posizione sulla tematica è Dino Pepe, sindaco di Torano, che si mostra molto scettico di fronte a questa prospettiva. Dissenso non tanto legato alla necessità, eventuale, di realizzare dei termovalorizzatori, ma sul fatto di localizzarlo in un’area che presenta diverse eccellenze, da quelle turistiche a quelle eno-gastronomiche e paesaggistiche e che ha fatto delle politiche ambientali un obiettivo peculiare. “ Non possiamo essere d’accordo sulla proposta”, ha sottolineato oggi, in conferenza stampa Dino Pepe (nella foto). “ In Abruzzo non è attivo nessun termovalorizzatore e non vediamo il perché debba essere realizzato in Val Vibrata, visto che nemmeno nel piano provinciale dei rifiuti, che ha fissato la realizzazione di un bio-essiccatore a Teramo”. Prevedere un impianto del genere, nel cuore della Val Vibrata, allarma alcuni sindaci, visto che anche il primo cittadino di Controguerra, Mauro Scarpantonio, non vede di buon occhio ladino_pepe proposta. “ I problemi che un impianto di questo genere potrebbero creare”, aggiunge Pepe, “ sono diversi: dalla viabilità, al fatto che la zona è densamente popolata e sul fatto che le emissioni nell’atmosfera potrebbero poi avere delle conseguenze negative su quelle che sono le peculiarità della zona, e parliamo di eccellenza enogastronomiche”. Per il Comune di Torano, poi, la nascita di un inceneritore, andrebbe in contrasto con una politica ambientale avviata da tempo: il “Paese del gusto” è uno di quelli che ha la percentuale migliore di raccolta differenziata (75%) e ha investito molto sulle fonti energetiche rinnovabili.

Il tema del termovalorizzatore, e comunque la semplice richiesta di sondare il terreno per una sua possibile realizzazione, come era prevedibile, ha prodotto una ridda di reazioni, tutte contrarie. Oltre ai tre sindaci in qualche modo interessati al possibile insediamento (Nereto, Torano e Controguerra), anche la politica provinciale si muove. Riccardo Mercante (Idv), ha presentato un ordine del giorno, da discutersi nella prossima seduta dell’assise provinciale (24 febbraio), proprio sulla fotoRikpossibile localizzazione in Vibrata di un impianto di incenerimento dei rifiuti. “E’ bene che i cittadini  sappiano che il termovalorizzatore o meglio l’inceneritore” si legge in una nota di Mercante, “ non rappresenta la soluzione al problema dei rifiuti, non li elimina, ma li trasforma in una quantità maggiore di sostanze tossiche e cancerogene per la salute. La diffusione delle diossine, dei metalli pesanti nell’aria non conosce limiti geografici e posandosi sui terreni e sulle coltivazioni arriva anche tramite la catena alimentare sulle nostre tavole. Inoltre vorremmo ricordare all’imprenditore dagli intenti nobili che il bilancio energetico complessivo è negativo, altro che acqua calda! Il suo insediamento, inoltre, porta ad una forte svalutazione dei terreni e delle abitazioni in prossimità, disincentivando lo sviluppo economico del territorio in una zona a fortissimo inquinamento ambientale. Ricadute che, data la connotazione paesaggistica-turistica-enogastronomica della nostra provincia, avrebbero effetti rovinosi sotto tutti i punti di vista”. 

Pd di Nereto: siamo contrari al progetto. I Democratici di Nereto, in una nota, esprimono un netto dissenso alla possibilità di realizzare un termovalorizzatore nell’area dell’ex fornace Briko. “ Chiederemo immediatamente che l’intero consiglio comunale si pronunci sulla richiesta”, si legge in una nota, “ senza dimenticate che la Regione ha già classificato l’area come sito contaminato, dove dopo un travagliato iter di bonifica, sono in corso ulteriori indagini ambientali da parte dell’Arta. Si tratta di politiche” aggiunge Pierino Di Pietro, responsabile regionale ambiente del Pd, “che nei fatti disincentivano la raccolta differenziata. La mancanza di una programmazione seria a favore della prevenzione, del riciclaggio e trasformazione ai fini di riutilizzo producono poi richieste di installazione di inceneritori”.

 

 

 

 

 

 

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