Migranti che a breve saranno ospitati anche in una struttura di Civitella del Tronto.
A porre il tema è Giuseppe Zunica, consigliere comunale di minoranza, che pone alcuni interrogativi sul tema.
Una lunga lettera per ribadire che non esistono preclusioni alle politiche di accoglienza, ma che non deve essere incontrollata e senza freni.
E’ discriminazione razziale chiedere un certificato sanitario ai migranti che presto,assegnati dalla Prefettura, verranno ospitati nella struttura ricettiva della Rocca dei Borboni di Civitella del Tronto? Un comune cittadino può chiedere di essere tutelato dal punto di vista sanitario?
Io,come tanti altri, non siamo contro l’accoglienza: la nostra cittadina ha fatto dell’ospitalità una sua bandiera, siamo però contro un’accoglienza incontrollata e senza freni. Esigere un certificato medico serve a tutelare la sicurezza e la salute dei nostri cittadini e dei nostri turisti, perché è inaccettabile che gli enti locali, a cominciare da mete turistiche rinomate come la nostra, debbano farsi carico e pagare le conseguenze della mancanza di una politica adeguata da parte del governo nazionale in tema di immigrazione, accettando pedissequamente ciò che gli “cala dall’alto ” .
Visto che questa amministrazione si sta alacremente prodigando per rilanciare il turismo nel nostro comune, questa “invasione” incontrollata dal punto di vista igienico-sanitario potrebbe compromettere gli sforzi fin qui profusi. Inoltre, considerando un turn over elevato di ospiti per un periodo non breve, durerà anni e anni,penso che questi interrogativi siano del tutto legittimi.
È indubbio che i movimenti di popolazione abbiano facilitato la trasmissione di alcune malattie:Giovanni Berlinguer in un editoriale del sull’Unita’ del 1997 sottolineò come “questa evenienza si sia drammaticamente verificata durante la conquista dell’America e successive esplorazioni in altri continenti , evento che implico’ l’unificazione microbica del mondo”.
Alla luce di sempre nuove e incontrollabili malattie mi è difficile non immaginare uno scenario così inquietante, inoltre c’è anche da considerare che diversi di loro sono portatori di alcune malattie che oramai consideravamo debellate, vedi tubercolosi.
Non mi voglio nemmeno soffermare sul fatto che sulla “pelle” di questi disperati si sia costruito il più grosso business degli ultimi decenni, il mio appello va direttamente al cuore dell’amministrazione nella persona del nostro sindaco Cristina Di Pietro affinché, nelle piene facoltà delle sue prerogative sulla salute pubblica, appronti in brevissimo tempo, atti amministrativi che impediscano a soggetti provenienti da paesi africani e asiatici privi di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare, di essere ospitati nelle strutture di accoglienza situate nel Comune di Civitella del Tronto.
Io, e insieme a me tante altre persone, esigiamo una risposta chiara, inequivocabile,senza giri di parole: questo argomento non può essere trattato come uno “spot” alla ricerca di facili “mi piace”.