È la replica del presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra, alle recenti dichiarazioni di Ernino D’Agostino e dei gruppi di opposizione in merito alle ispezioni ministeriali che stanno interessando l’ente.
L’ex presidente ha, infatti, risposto alle accuse di Catarra portando in sua difesa presunti sprechi della nuova giunta. Da qui la collera di Catarra, che ha scelto di spiegare in una nota punto per punto quanto supposto da D’Agostino. “I tirocini formativi si sono sempre fatti” replica, infatti, Catarra, “sono previsti dalla legge, in nessun caso rappresentano un posto di lavoro né pongono i presupposti per un rapporto lavorativo con l’ente. L’auto blu sostituita (ne abbiamo tre in tutto) aveva raggiunto i 350 mila chilometri. I contributi per le manifestazioni, molto pochi purtroppo, sono stati distribuiti come sempre si è fatto e lascio ai cittadini giudicare se 4mila euro alla Pro Loco di Notaresco o i 20mila ad una manifestazione, il Festival internazionale del reportage, che ha portato in provincia di Teramo decine fra i più noti giornalisti del mondo, possano essere considerati uno spreco.
Sorvolo sulle illazioni che, in quanto tali, non meritano risposta. Gravi, gravissimi e falsi alcuni dei rilievi”.
Il riferimento è all’attacco personale al segretario generale dell’ente, Gianna Becci, definito da Catarra come “un gesto vile che mi fa credere vi sia in atto un tentativo mirato di screditare gli onesti. La dottoressa Becci, infortunata ad un piede e non certo incapace di intendere e volere, è rientrata dalla malattia, timbrando il cartellino, atto peraltro superfluo, per sovrintendere ad un contratto di rogito particolarmente complesso per il quale era richiesta la massima perizia. Un contratto, ci tengo a precisarlo, che non comportava alcun “diritto di segreteria” per la Becci che per puro spirito di servizio si era dichiarata disponibile a collaborare nonostante l’infortunio”.
Sarebbero, inoltre, false le accuse secondo le quali nei confronti del dirigente Antonio Flamminj sarebbe stata istituita una nuova struttura amministrativa. “Il dirigente è stato assegnato al settore Affari generali già esistente” spiega in merito Catarra. “Non mi risultano procedimenti penali a suo carico ad esclusione di una denuncia per diffamazione fatta dallo stesso D’Agostino. Quanto alle somme per le quali ci è arrivata un’ingiunzione di pagamento da parte dell’ingegner Strassil, queste devono essere iscritte per legge nel bilancio di previsione e noi stiamo procedendo con tutti gli accertamenti del caso per verificare se sono dovute in quanto abbiamo molti dubbi. E’ evidente, anche alla luce dei tanti debiti fuori bilancio che ci ha lasciato, che D’Agostino non ha le idee chiare su cosa deve essere iscritto nel documento economico finanziario di un ente. Ma proprio la vicenda legata alla parcella di Strassil dimostra la mancanza di lucidità da parte di D’Agostino: tanto per cambiare, se tutto va bene, è solo un pasticcio creato dai governi di centrosinistra che noi stiamo cercando di sbrogliare e sul quale D’Agostino farebbe bene a tacere.
Noi Strassil nemmeno lo conosciamo, non siamo noi ad avergli conferito incarichi. Comunque vada, la responsabilità sarà tutta delle amministrazioni precedenti e il danno non di poco conto”.
Quanto alla legittimità degli atti posti in essere dalla giunta D’Agostino, Catarra sostiene che sia falso asserire che si tratta di atti regolari, “poiché, solo per citare un esempio, nel caso dei percorsi di stabilizzazione del personale precario, queste risultano affette da nullità per carenza di copertura finanziaria. Ridicola l’accusa di aver creato un “caso mediatico” per distogliere l’attenzione dai fatti della Regione. Il “caso”, come lo chiama D’Agostino, è scoppiato prima; l’ispezione ministeriale è totalmente al di fuori delle nostre competenze così come le sue eventuali conseguenze che non saranno certo determinate da noi. D’Agostino dovrebbe essere più prudente; un consiglio che, di questi tempi, dovrebbe valere per tutti”.