Scelta profondamente sbagliata. Non usa mezzi termini il coordinatore provinciale Sel Federazione di Teramo, Stefano Ciccantelli , in relazione alla nomina di Antonio Sorgi, noto dirigente regionale vicino all’area del centro-destra, alla direzione dell’Azienda per il diritto agli studi universitari di Teramo.
“La scelta del cda dell’Adsu di dare questa indicazione “, scrive Ciccantelli in una nota, “appare incredibile anche alla luce dei processi in corso e dell’operato di certo non entusiasmante del dirigente in questione presso altri importanti organi regionali come il comitato VIA. Siamo una forza politica che crede fermamente nei principi cardine del garantismo ma sappiamo scindere questo aspetto dall’opportunità politica di tali nomine. Inoltre crediamo che sia arrivato il momento di dire basta ai soliti annunci che accompagnano scelte simili con l’obiettivo di addolcirle , come quello sulla casa dello studente indicata come prima priorità del nuovo direttore”.
Per il coordinatore provinciale di Sel è necessario ascoltare gli studenti su quelle che sono le priorità e le urgenze di un sistema di diritto allo studio in forte difficoltà.
Anche l’UDU Teramo usa parole forti: “il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari di Teramo ha votato all’unanimità la proposta a direttore del dott. Antonio Sorgi, ex “super-dirigente” della Regione Abruzzo, tristemente noto alle cronache locali per il suo trascorso giudiziario.
Esprimiamo tutto il nostro disappunto sul via libera a risolvere questa candidatura con un’investitura a nuovo dirigente dell’Azienda per il Diritto allo Studio di Sorgi. Siamo garantisti e non vogliamo in alcun modo esprimere giudizi affrettati, riteniamo, però, che non si possa soprassedere sulle questioni giudiziarie che vedono implicato l’ex dirigente della Regione; soprattutto dato l’ambito in cui opera l’ADSU.
Per giunta, accompagnare questa designazione con proclami fantocci, non solo non cambia lo stato di cose di una nomina inadeguata ma, non fa altro che alimentare quelle che sembrano, sempre più, solo chiacchiere da bar.