“Non è facile trovare dei termini per commentare la freddezza e la presunzione con la quale il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano si rifiuta di modificare il programma che prevede una riunione dell’Assemblea proprio nel giorno in cui l’intero cratere ha deciso di scendere in piazza per le sacrosante rivendicazioni che riguardano detassazione, sostegno all’economia e ricostruzione”.
Jacopo Arpetti e Stefano Albano (Giovani Democratici) chiedono, in una nota, la partecipazione di Pagano, dei consiglieri e dell’intera giunta alla mobilitazione indetta dalla città capoluogo.
“Una giornata che rimarrà nella storia delle zone terremotate e di tutto l’Abruzzo tanto quanto la nascita della Regione o di altri episodi come i moti del capoluogo. Pagano, evidentemente, rappresenta perfettamente quel tipo di politici abruzzesi che ritengono che il terremoto sia un problema solo dell’Aquila. È incredibile la superficialità con la quale si affronti il tema legato al futuro della città e con la quale il presidente del Consiglio regionale abbia giustificato l’impossibilità di rinviare la seduta, cioè per motivi organizzativi. Crediamo che le rivendicazioni che noi insieme a tutta la città porteremo mercoledì a Roma siano talmente eccezionali da consentire qualsiasi revisione a qualsivoglia programma prestabilito”.
Arpetti ed Albano poi criticano le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Regione Gianni Chiodi alla trasmissione “Quelli che” su RaiDue, dove “ha lanciato all’Italia, in pieno stile berlusconiano, un messaggio distorto di quella che è la realtà, parlando dell’Aquila come di una città viva, che si è ripresa dall’emergenza e dove le mamme hanno la fortuna di poter portare i propri figli a scuola. Ci mancava solo che a quindici mesi dal terremoto ancora non avessero riaperto le scuole: sarebbe stata la fine della città. Se questa è l’idea che Chiodi ha della ripresa, allora sarebbe opportuno si facesse da parte, anche perché sarebbe esaurito il suo ruolo di commissario”.