“Sono qui per sbaglio, dovrei essere lì con voi – ha scherzato il boemo rivolgendosi alla sala gremita che lo applaudiva a scena aperta -. Mi hanno tanto criticato ma pensavo che il voto non era segreto”.
A presentare Zeman Alessandro Di Battista che poco prima ha annunciato Domenico Fioravanti ministro dello Sport in caso di governo 5 Stelle. Di Battista ha poi raccontato come è nato l’incontro con Zeman. “Avevo mandato un messaggio e mi ha risposto con tre anni di ritardo. Ci siamo incontrati a Pescara, gli abbiamo presentato il programma dello sport e gli abbiamo chiesto una presenza a sostegno dei nostri punti”.
E poi con una battuta rivolgendosi alla sala dove l’audio non era al massimo: “Adesso che parla Zeman nessuno sarà autorizzato a dire ‘voce’ altrimenti gli facciamo fare i gradoni”, in riferimento al timbro di voce dell’allenatore e al tipico allenamento adottato.
“Creazione di un ‘Ente indipendente per i controlli antidoping”, tifosi “soci delle società sportive per vigilare, da azionisti, dall’interno, contrastare anche la mafia, e riportare così le famiglie negli stadi”, “pari diritti alla donna atleta con il riconoscimento del professionismo, come nel calcio, e con un fondo specifico per la maternità”.
Questi i punti principali del programma sport pentastellato, illustrato dal referente per il settore, Simone Valente. E sulle cariche: “No – ha evidenziato Valente – a presidenti federali che abbiano subito condanne e massimo due mandati. Basta a cariche di venti o trent’anni senza cambio generazionale”.
“Il Coni – ha detto Valente illustrando il piano sport M5s – deve tornare ai suoi principi statutari con la formazione olimpica; occorre formare figure specializzate per le fasce più sensibili e già a partire dalle elementari con un minimo di tre ore a settimana di attività fisica; vanno recuperati i soldi che ora si fermano nella macchina burocratica”. Attenzione massima, ha riferito ancora Valente, agli impianti sportivi nei comuni: “Da subito l’impegno di un miliardo di euro” ha detto, sottolineando la necessità di “avere un’anagrafe dell’edilizia sportiva perché solo con una mappa degli impianti si possono individuare le priorità”. “La politica – ha concluso Valente – deve occuparsi dello sport ma non entrare nello sport”.