A renderlo noto è il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che questa mattina è sceso in strada con i cittadini dell’Associazione Insieme per Fontanelle, guidati dal presidente Nello Raspa.
“Queste sono le controindicazioni di una visione miope e lontana dalla realtà – spiega Pettinari – Pescara è una città relativamente piccola che però presenta grandi piazze di spaccio: Rancitelli, Ferro di Cavallo, Fontanelle Via Caduti per servizio e zona ospedale Via Rigpopiano/Passo della Portella. Continuare a pensare a queste realtà come indipendenti l’una dall’altra è un errore grossolano che solo chi non conosce “la strada” può commettere. È ovvio che intensificando i controlli in una sola parte e lasciando all’abbandono altri quartieri il problema dello spaccio si è solamente spostato di qualche chilometro. In questi giorni a Fontanelle stiamo assistendo a scene raccapriccianti: tossici, di ogni età ed estrazione sociale, in fila davanti alle case dei noti spacciatori della zona. Balordi che urinano negli androni dei palazzi e spaventano i residenti che rincasano dal lavoro o dalle attività quotidiane. Insomma un vero e proprio incubo in un quartiere che sembrava iniziasse a vedere la luce dopo anni di battaglie dei cittadini onesti che lo abitano. Le zone dello spaccio di Pescara vanno pensate come vasi comunicanti – continua il 5 stelle – se l’intervento di controllo non avviene massicciamente in tutti i quartieri interessati il problema si sposta, ma non si risolve”.
“Sono anni che chiedo, insieme a tanti cittadini, l’istituzione di posti fissi di polizia, ma le nostre richieste rimangono inascoltate da chi dovrebbe intervenire. Si continua con blitz a orologeria (sicuramente meglio di niente) che mettono a tacere per qualche mese un quartiere, mentre chi delinque fa i suoi porci comodi altrove, e poi torna tutto come prima. Le nostre proposte sulla sicurezza sono chiare a tutti, tranne, forse, a chi dovrebbe ascoltarci: posti fissi di polizia; dove necessario l’ausilio dell’esercito attuando l’operazione strade sicure, telecamere di videosorveglianza continue e sfratto nelle case popolari degli occupanti abusivi e di chi non ha più i requisiti di assegnazione perché ha utilizzato, o utilizza, l’alloggio popolare, e i locali pertinenti, per delinquere. Sono proposte attuabili, per alcune di queste basterebbe applicare la legge regionale 96/96 che però non viene sempre applicata da chi è al governo della regione e alla guida del comune. Rivolgiamo un accorato appello al Prefetto di Pescara, che ringraziamo per la sensibilità mostrata, affinché vigili sull’osservanza della normativa regionale di settore e sia di sprono verso il Comune e la Regione”.
“A Fontanelle, per esempio, stanno aumentando le occupazioni abusive e, inoltre, chi non ha più i requisiti per mantenere le case continua indisturbato a vivere nei beni pubblici. Sfrattare chi non ha diritto o occupa, in violazione della legge penale, è consentito anche dalla legge dello Stato, quindi chi ha potere di agire non ha scuse. Perché non si procede? Sfrattare i delinquenti e riassegnare immediatamente alle persone oneste che sono in graduatoria per le case aiuterebbe anche a riqualificare il tessuto sociale delle periferie e renderebbe molto più agevoli le operazione di controllo sulla sicurezza. Non ci stancheremo mai di ripetere queste cose perché sono i cittadini che ce lo chiedono ed è assurdo che il centro destra continui a non sentire e a limitare in spettacolari azioni spot la politica sulla sicurezza nelle periferie. Servono fatti, non propaganda!”.
“A queste zone molto calde si aggiungono altre a rischio come Zanni, San Donato, Borgo Marino. Quartieri che vivono costantemente con i problemi legati alla sicurezza e non solo. Alcune di queste zone sono invivibili anche per la scarsa manutenzione delle case, delle strade e delle barriere architettoniche, ad esempio le case Gescal dove se il problema della sicurezza non è sentito si vive in un disagio costante proprio per la mancanza di strutture adeguate. Uscire da questo stallo si può, le periferie di Pescara possono e devono tornare a essere quartieri in cui le famiglie vivono serenamente, ma ci vuole la volontà politica di capire gli errori commessi e correggerli. Noi ci siamo, attendiamo che anche gli altri facciano la loro parte con responsabilità e fermezza” conclude.