Il MoVimento 5 stelle, dopo la debacle alle elezioni europee, ha fatto autocritica, o meglio l’ha fatta Beppe Grillo, che prima si è sbilanciato contro Giuseppe Conte, poi ha ritrattato.
Il risultato delle elezioni europee, poco più del 10% dei consensi, è ancora motivo di discussione all’interno del MoVimento 5 stelle, specialmente per il co-fondatore Beppe Grillo. Se all’indomani della debacle che ha favorito, nel campo progressista, il Partito democratico, il comico genovese aveva usato la sua solita ironia per commentare l’operato del presidente dei pentastellati, Giuseppe Conte – “Ha preso più voti Silvio Berlusconi da morto che lui” -, le parole pronunciate dal suo blog proprio ieri sono una sorta di marcia indietro: tra lui e l’ex premier va tutto ottimamente.
Meglio. “Come si fa ad avere un cattivo rapporto con Conte? – si è chiesto l’Elevato – Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi“. Ecco, ed è questo su cui si deve ricostruire, soprattutto al netto del fatto che l’avvocato di Volturara Appula il suo posto al vertice non lo vuole lasciare, non ora almeno.
Questo, e molto altro, però. Perché, al di là delle battute, nell’autointervista che Grillo si è fatto ha dato altre risposte su come cambiare il corso di un movimento che sembra essersi perso per strada – sicuramente ha perso le percentuali che nel 2018 lo hanno portato al governo, e come primo partito in Italia.
L’idea di Grillo per rilanciare l’M5s: direttorio e ancora no alla deroga della regola del doppio mandato
Tornare a essere quelli delle origini è difficile, ma tutto quello che aveva ispirato la creazione del MoVimento 5 stelle non è da buttare. Per esempio, ha detto Grillo, molte delle cose su cui si rifletteva con Gianroberto Casaleggio sono diventate di interesse nazionale ed europeo, come la transizione ecologica e quella digitale, altre devono ancora diventare realtà, la politica come servizio e non come professione.
Non solo. Un argomento caro al co-fondatore, e un po’ meno all’ex premier, è quello di “riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni“, da quegli incontri, da quel direttorio, d’altronde, si è diventati “la prima forza politica del Paese“.
E ancora: la regola del doppio mandato, forse quella che ha contribuito alla debacle dei pentastellati alle europee e su cui, ancora una volta, Grillo non ha intenzione di rivedere la sua posizione: “È comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla – ha detto il comico -. D’altronde l’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene“.
E se si disperdono le competenze? La staffetta, una soluzione, già proposta, tra chi esce e chi entra che metterebbe un argine. O forse no, perché il malcontento tra i parlamentari grillini sta montando, e tanto.