Lo ha dichiarato l’UDU L’Aquila, spiegando che “nel consiglio comunale dell’8 Settembre, sono state deliberate le aliquote per l’imposta della Tasi (Tassa sui Servizi Indivisibili) e la percentuale a carico degli inquilini. Per quanto riguarda l’aliquota per l’Aquila è stato deliberato come percentuale per il pagamento da parte degli inquilini la quota del 30% della TASI relativa all’immobile. Potendo il Comune scegliere fino ad un massimo del 30%, il Consiglio Comunale ha optato esattamente per la percentuale massima possibile a carico degli inquilini, giustificandolo, a sentire l’assessore De Santis, come un atto di sensibilità verso i proprietari di casa che così saranno interessati e incentivati a stipulare regolari contratti di affitto. Questa scelta però non tiene conto che sull’altro piatto della bilancia ci sono gli affittuari, tra i quali ovviamente gli studenti, che si vedranno gravare anche questa tassa sulle spalle, come se non bastassero i costi di affitto già esageratamente alti a causa di un mercato fuori controllo, e di spese per bollette oltre quelle per la vita quotidiana andando, in questo modo, ad incidere ancor di più sul bilancio di molte famiglie, in tempi in cui la situazione è molto difficile”.
Secondo l’UDU “a farne i conti però non saranno solo gli universitari, ma tutti gli inquilini. In una città come L’Aquila, dove ancora migliaia di famiglie “forzatamente” alloggiano nei piani C.A.S.E., nei Map, nelle case del Fondo Immobiliare e in affitto concordato, fissare l’aliquota sugli inquilini al massimo possibile significa colpire la parte più debole della città: i cittadini ancora “fuori casa” e gli studenti universitari. Una scelta certamente lontana dalla “cultura di sinistra”. In città come Firenze, Torino, Genova e molte altre ancora gli inquilini sono stati completamente esentati dalla TASI, all’Aquila, dove proprio il sindaco Cialente, ha criticato più volte l’atteggiamento dei proprietari di casa, si sceglie di punire gli inquilini. E’ necessario che si smetta di fare proclami su chi può fare di più per gli studenti, ed in questo caso, per i cittadini aquilani. Sono anni che l’UDU L’Aquila sottolinea come solo una sinergia delle realtà politiche ed istituzionali del territorio possano incidere positivamente sul futuro dell’Ateneo e dello sviluppo economico e sociale nonché culturale del capoluogo abruzzese. Perseguire singole strategie che non tengano conto degli effetti sugli altri soggetti del territorio aquilano dimostrano quale è l’errore più grande degli ultimi mesi. Chiediamo quindi, come già affermato nel mese di Giugno e nei mesi precedenti, di riaprire i tavoli di concertazione, istituiti in seguito al Bando ANCI, che sviluppino alcuni temi fondamentali come, l’Università e la sua offerta didattica, il Diritto allo studio e la residenzialità pubblica, il tema degli affitti e contratti, trasporti e servizi”.