L’Aquila. Il nuovo scandalo tangenti per la ricostruzione dei beni culturali a L’Aquila fa discutere. La notizia dei 5 arresti () e il video ha sconvolto città e istituzioni.
E dopo il commento di Cialente di ieri, la senatrice del PD Stefania Pezzopane commenta così l’inchiesta Betrayal: “Il disegno diabolico di mettere le mani sulla ricostruzione dei beni pubblici, aggirando la legge, è stato acclarato anche dai giudici. Il pericolo che qualcosa di poco limpido stesse accadendo lo abbiamo avvertito forte, quando diversi mesi fa si è tentato un escamotage per inserire nella delibera CIPE e nella Legge di Stabilità una norma che avrebbe visto la Curia diventare soggetto attuatore delle ricostruzione dei beni ecclesiastici. Una minaccia che ha sfiorato le aule del Parlamento, ma il muro contro muro portato avanti in sintonia con il Comune dell’Aquila è stato essenziale per sventare un’operazione perversa, dietro cui si annidavano forti interessi. Un grande business per restaurare chiese e monumenti pubblici, come se si trattasse di case private, con i fondi della ricostruzione privata. Tutto questo sembrerebbe essere avvenuto con la connivenza e la complicità, se i reati contestati dagli inquirenti dovessero essere confermati, di persone che come Luciano Marchetti erano stati inviati a L’Aquila per aiutarci. Questa è un’ulteriore testimonianza di come la macchina commissariale sia stata fallimentare e abbia fatto acqua da tutte le parti. E qualche volta fango. Sono sempre più convinta – conclude Pezzopane – anche alla luce dei fatti inquietanti che stanno emergendo, che servono norme più severe, maggiori controlli e più tutele Sarà questo uno degli obiettivi del nuovo provvedimento legislativo sulla ricostruzione, che è in cantiere e su cui sto lavorando in questi giorni”.
Duro anche il commento del Movimento 5 Stelle: “Quanto sta, nuovamente, accadendo a L’Aquila con l’ennesima inchiesta sulle presunte tangenti, mirate ad accaparrarsi appalti per il recupero di beni culturali ed ecclesiastici vincolati nel centro storico, è di estrema gravità e non può lasciarci indifferenti. Proprio a distanza di pochi mesi dallo scandalo, caduto nel dimenticatoio, che vide coinvolti alcuni imprenditori rei, secondo l’accusa, di aver ottenuto numerosi appalti corrompendo funzionari pubblici, per il quale lo stesso sindaco Cialente rinunciò volontariamente al suo mandato salvo poi goliardicamente riprenderselo qualche giorno dopo, siamo costretti a registrare l’ennesimo episodio di corruzione che testimonia quanto sia difficile isolare il processo di ricostruzione dalla minaccia di corruttela e immoralità. La conseguenza inevitabile di questa deriva etica, determina un costante diminuzione della credibilità da parte dei cittadini aquilani verso le istituzioni e della politica nonché la speranza di vedere ricostruita la città. A ciò si aggiunge lo sconforto e l’umiliazione che i cittadini aquilani devono subire nel vedere nuovamente su tutti i tg e quotidiani nazionali balzare alla cronaca in maniera negativa la questione aquilana che, inevitabilmente, fa ripiombare nel baratro una già compromessa immagine del problema della ricostruzione aquilana. Quest’ultima non potrà mai essere portata a termine senza un’inversione di quella che sembra una “rotta tracciata”; se possiamo considerare valida la tesi che non esiste un ‘sistema L’Aquila’ dall’altra parte non possiamo non osservare che sembra piuttosto esistere un ‘sistema Italia’ (vedi Mose ed Expo)”.
Il Movimento 5 Stelle di L’Aquila si schiera al fianco degli investigatori e della magistratura e ribadisce che” il rinnovamento deve partire dal basso, ovvero che ogni cittadino deve, in primis, partecipare con il proprio comportamento e con il proprio manifesto dissenso ad uscire da tale becera ‘consuetudine’ all’illecito. In siffatta situazione il movimento continuerà ancor di più a denunciare qualsiasi situazione di illegalità vigilando attentamente anche sull’operato della nuova giunta affinché ‘l’Assessorato alla ricostruzione’ di prossima nuova istituzione, tanto sbandierato dal presidente D’Alfonso, non sia un ulteriore elemento di logiche spartitorie o di nuove forme di clientelismo”.
INCHIESTA BETRAYAL: TRE NUOVI INDAGATI
Tre nuovi indagati nell’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila denominata “Betrayal” su presunte tangenti nella ricostruzione di beni culturali ed ecclesiastici del capoluogo abruzzese che ha portato all’arresto di 5 persone e all’iscrizione sul registro di altri 12. Si tratta di 3 delle persone che ieri mattina sono state oggetto di perquisizione domiciliare. Tra questi Fabrizio Magani, che fino al 16 aprile scorso è stato il direttore regionale dei Beni culturali.