“Non più rotonde e marciapiedi ma manti stradali e sistemazione delle frane che ostruiscono il sicuro transito dei mezzi” questo è lo slogan coniato dal presidente Enrico Di Giuseppantonio e dall’assessore alla viabilità Antonio Tavani.
“Abbiamo preso visione solo da pochi giorni della proposta di piano triennale delle opere pubbliche adottata dalla giunta Di Giuseppantonio” commenta Camillo D’Amico, capogruppo provinciale del PD “che è il primo atto concreto di pianificazione territoriale approvato. Effettueremo una verifica di merito, attenta ed articolata, nei prossimi giorni e sarà condivisa con il territorio con cui intendiamo confrontarci. Da un primo esame, almeno nel territorio vastese, emerge il mantenimento delle opere strategiche individuate dal centro sinistra. Nonostante qualche pallido tentativo di porre delle modifiche, da parte di qualche avventuriero consigliere di maggioranza, alla fine ha prevalso il buon senso e queste opere sono rimaste; non si possono però sottacere il fatto che non si finanziano più marciapiedi e rotonde e salta agli occhi la cancellazione di quelle previste, anche con progetti esecutivi pronti e canali di finanziamento individuati, per prevederne altre che ricadono nei collegi elettorali coincidenti con i neo rappresentanti il centro destra al potere. Se poi, a questo, si aggiunge la totale cancellazione di ogni tipo di provincializzazione di strade relative a comuni interni che fanno grande fatica a provvedere a proprie spese alla manutenzione, viene da pensare che abbiamo avuto l’ennesimo regalo di dimenticanza cui ormai siamo abituati oltre che verificare l’applicazione di uno spoil system in piena regola. È un metodo di governo che combattiamo per cultura e per qualità politica”.
D’Amico ricorda, infine, che nel 2004 “pur a fronte di un elenco di lavori immani pari ad un vero e proprio libro dei sogni, portammo avanti tutti i lavori previsti pagando anche quelli fatti eseguire in piena campagna elettorale ed inserimmo le nuove idee senza alcuna penalizzazione di quanto trovammo”.
Marina Serra