“L’edificio – prosegue Colantonio – non potrà essere adeguato sismicamente sia perché l’intervento sarebbe antieconomico, sia perché lo stesso edificio ricade attualmente in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico quale scarpata morfologica ricadente a ridosso del Fosso Di Renzo. Pertanto, allo stato attuale, anche la totale demolizione dell’edificio e lo smaltimento delle macerie costituiscono un gravoso onere economico per il Comune. Quanto alla rottura dello scavo di fronte al palazzo ex Enel a ridosso del muro della Caserma Berardi a seguito di due interventi effettuati dal Comune per rilevare l’origine di copiose infiltrazioni d’acqua patite da privati, l’Ufficio Tecnico Lavori Pubblici, di concerto con le autorità dell’Esercito, ha accertato che la provenienza del danno è riconducibile ad una rete di smaltimento di acque meteoriche poste all’interno della Caserma, già sede del 123° Reggimento Fanteria Chieti. In data 23 ottobre 2012, il Comando Infrastrutture Centro della sezione di Pescara dell’Esercito comunicò allo stesso Comune di Chieti ed a tutte le autorità competenti che aveva in corso di affidamento l’intervento delle riparazioni richieste al fine di eliminare i disagi ed eventuali danni a terzi. Ad oggi il Comune di Chieti non ha ricevuto alcuna ulteriore comunicazione riguardo la conclusione dell’intervento. Sarà mia premura sollecitare un pronto interessamento sulla chiusura della vicenda. Solo dopo aver verificato il totale ripristino dell’impianto danneggiato sarà possibile richiudere con asfalto la buca di campionatura effettata”.