Chieti. “E’ fin troppo facile e conveniente per l’amministrazione municipale teatina distogliere l’attenzione dall’imbarazzante stallo programmatico in cui versa muovendo accuse di populismo che sanno ormai di stantìo”.
Così in una nota Bruno Di Paolo di Giustizia Sociale, che aggiunge: “Secondo i più beceri dettami di una tecnica mediatico-politicante vecchia come il cucco, si lanciano strali su chiunque non sia allineato al fine di delegittimare ogni voce fuori dal coro. Ma questo ‘dagli all’untore’ del nostro sindaco si destituisce di veridicità da solo, come ogni posizione di arroccamento e chiusura verso possibili azioni propositive. Proprio l’altro ieri, infatti, mentre il primo cittadino si intratteneva, attraverso i due ‘servizievoli’ assessori Russo e Melideo, per l’ennesima volta nel suo vezzo di tacciare di populismo un avversario politico, a Roma la seconda e terza carica dello Stato ovvero i presidenti di Senato e Camera hanno annunciato una riduzione delle proprie indennità di carica del 30% proponendo di estendere a tutti i parlamentari la medesima misura. I cittadini di Chieti avranno di certo buona memoria e ricorderanno chiaramente che il sottoscritto già l’anno scorso fece una scelta analoga, decurtandosi lo stipendio da vicesindaco del 50% per far fronte allo stato di crisi finanziaria ed invitando l’intero Consiglio comunale a fare altrettanto. Il risultato fu una pioggia di accuse di populismo e la mia defenestrazione dalla giunta: un vero e proprio licenziamento da vicesindaco dovuto al fatto di aver messo in difficoltà l’amministrazione chiedendo semplicemente di aderire ad un gesto concreto di taglio alle spese pubbliche. A questo punto, coerenza imporrebbe che il sindaco di Chieti puntasse il dito verso lo scranno più alto di Palazzo Chigi e Palazzo Madama prendendo posizione contro misure che dovrebbe definire ugualmente populiste così come fu per il mio gesto fattivo e la mia proposta di ampliarlo. Del resto lanciare proposte è uno dei compiti di chi si occupa di politica: nei giorni scorsi ho avanzato l’idea di far diventare la Settimana Santa a Chieti un evento che apportasse ossigeno al turismo in città. Sulla stampa, per tutta risposta, è apparsa una dichiarazione in cui, oltre al solito giochino di darmi del populista, si fa presente che il Comune è impegnato da tempo in un progetto con Lanciano e Ortona per sfruttare al meglio l’immagine del Venerdì Santo. Se è così, non credo che se ne sia accorto nessuno, visto che a Chieti non è stato registrato alcun aumento dei visitatori se non di quelli che sostano appena il ristretto tempo della Processione del Cristo morto. Il mio suggerimento era invece volto a fare in modo che non solo la Processione, ma l’intera Settimana Santa possa dar modo alla nostra città di avere maggiore attrattiva. Da parte dell’amministrazione invece si sbandiera un connubio con altri comuni grazie al quale si starebbe lavorando per un rilancio cittadino, ma far credere alla gente che ci siano in corso progetti che dovrebbero portare novità e benefici non solo astratti altro non è che pura demagogia e propaganda, perni sui quali, ormai tutti sanno, si regge il governo cittadino. Chi, del resto, come ripetutamente comunica l’amministrazione, non ha notato i tantissimi turisti che si sono riversati per le nostre strade cittadine affollandole giorno e notte negli ultimi mesi? Per Di Primio sicuramente tutti, tranne chiaramente i soliti incorreggibili populisti”.