Pescara. A rischio il contributo comunale per il sostegno al pagamento dell’affitto: circa 700 le famiglie pescaresi in difficoltà a farne ricorso. Ennesima conseguenza dei tagli post-crisi: nel 2012 i fondi alle regioni sono solo il 7% di quanto erogato lo scorso anno.
Ogni anno il Comune di Pescara eroga ad oltre 700 famiglie poco abbienti, un contributo per aiutarle a pagare l’affitto; ma quest’anno si corre il rischio concreto che questo contributo possa saltare del tutto. Se l’anno scorso il bando per l’assegnazione dei contributi è stato pubblicato a gennaio con una scadenza fissata al 22 febbraio 2011, per il 2012, finora, non è stato emanato alcunché; così come non si hanno notizie della ripartizione del relativo fondo erogato dalla Regione ai vari Comuni dell’Abruzzo. Elementi hanno portato il consigliere comunale Sel Giovanni Di Iacovo a fare due conti e collegarli ai tagli apportati dall’ultima legge di stabilità, l’ex Finanziaria, che ha dato un taglio drastico ai fondi per le Regioni: all’Abruzzo sono stati assegnati quest’anno appena 187.964 euro, solo il 7% di quanto stanziato per il 2011. Soomma che dovrà essere ripartita tra i vari Comuni abruzzesi ed è quasi certo che a Pescara, come in tanti altri casi, arriveranno solo poche briciole.
Queste le motivazioni che hanno portato Di Iacovo a presentare questa mattina una mozione al Sindaco e alla Giunta “per scongiurare il rischio di far rimanere oltre settecento famiglie povere di Pescara senza il sostegno per l’affitto”.“Sono sempre di più le famiglie in difficoltà economiche”, afferma Di Iacovo, “che presentano domanda agli uffici del Comune con la speranza di ottenere i contributi una tantum per gli affitti da pagare per la loro unica abitazione. La casa è un diritto fondamentale, ed è necessario che questa Amministrazione si attivi con urgenza presso le sedi competenti per poter garantire un sostegno ai cittadini meno abbienti”. “Bisogna emanare al più presto il bando”, chiede il consigliere Sel, “comprendere con esattezza a quanto ammontano i soldi concessi al Comune per il sostegno e, in caso i fondi siano davvero ridotti all’osso o addirittura depennati, è necessario che il Comune preveda in bilancio la somma mancante per non gettare settecento famiglie nella disperazione di non potersi più permettere di vivere in una casa”.
Daniele Galli