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Ricostruzione L’Aquila, Pezzopane scrive al ministro Riccardi

L’Aquila. Come se non bastasse il terremoto, il comune de L’Aquila ha dovuto affrontare, nei giorni scorsi, una nuova emergenza legata alle abbondanti nevicate che hanno creato non pochi disagi in tutto l’Abruzzo, e non solo. Proprio per questo, l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Stefania Pezzopane, ha voluto inviare una lettera al Ministro delle Politiche della Famiglia Andrea Riccardi, per sottoporre alla sua attenzione la grave situazione aquilana post sisma.

 

Eccellentissimo Ministro,

le scrivo dopo l’ennesima incursione violenta e scomposta del suo predecessore, Sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi, con l’intenzione di sottoporLe il disagio sociale di quei “cialtroni degli aquilani”, come ci ha carinamente apostrofati. L’Italia intera ha vissuto una grave emergenza a seguito della neve; L’Aquila è stata una delle città che ne ha sofferto di più.

E mentre eravamo ad occuparci dei senzatetto, Giovanardi dal Chiambretti Show, riconfermava la sua carica offensiva verso noi aquilani, continuando a nascondere una verità sconcertante su cui le chiediamo di fare luce, di confermare il segnale di inversione di rotta cui ci state abituando.

Ai disagi dovuti alla perdita o ai danneggiamenti delle abitazioni e dei principali luoghi di aggregazione, si è aggiunta la crisi del settore dell’occupazione, dell’industria, del commercio e, in generale, dell’economia locale.

I dati sulla disoccupazione in particolare, sono, più che allarmanti, sconcertanti. Non solo la congiuntura legata alle difficoltà che sta attraversando il Paese; il sisma ha visto chiudere o forzatamente ridimensionare numerose attività produttive che non apriranno mai più.

Il risultato è che numerose famiglie che, prima del sisma, riuscivano a vivere decorosamente oggi hanno difficoltà a pagare un affitto, a sostenere gli studi dei propri figli, ad arrivare a fine mese. Molti, sempre di più, non riescono neanche a provvedere alle necessità basilari e così le mense della Caritas si sono affollate di persone che, fino a tre anni fa, non avrebbero mai pensato di doverlo fare, in molti casi genitori con bambini oppure anziani.

Il Servizio Politiche Sociali del Comune dell’Aquila ha, pertanto, dovuto riorganizzarsi per far fronte ad un aumento esponenziale delle richieste di interventi da parte dei nostri operatori, come anche per individuare soluzioni abitative e per attuare politiche di sostegno nei confronti delle famiglie, degli anziani, dell’infanzia, delle persone sole. Lavoriamo senza sosta e, grazie a progetti mirati ed interventi strutturali, nonché all’impegno di tutti i dipendenti dell’Assessorato e con la collaborazione di associazioni e rete del volontariato, siamo riusciti a fare cose importanti, volte a tamponare l’emergenza.

Anche in questa emergenza neve, L’Aquila, a differenza di altre realtà, è riuscita a sopperire a gravissime esigenze e fortunatamente alle vittime del terremoto non si sono aggiunte le vittime del freddo. Abbiamo fatto tutto da soli, con i nostri mezzi e la nostra volontà. Ai tagli del 70% sugli interventi per il sociale operati dalla Regione Abruzzo ai danni della Città dell’Aquila, abbiamo reagito rimboccandoci le maniche, con dedizione e caparbietà. Ma non bastano.

Abbiamo attivato servizi di assistenza e di sostegno, assegnato abitazioni a chi era rimasto senza casa e non aveva diritto ad alloggi temporanei, previsto interventi mirati e potenziato il personale per far fronte alla domanda sempre più crescente e più pressante da parte dei cittadini appartenenti alle fasce sociali deboli. E i fondi previsti per le Politiche della famiglia dall’ex Sottosegretario alle Politiche per la Famiglia Carlo Giovanardi?

Dei 12 milioni di euro da lui stanziati in favore delle popolazioni terremotate siamo riusciti, dietro presentazione di tantissimi progetti, ad ottenere il finanziamento di 3 milioni di euro per un solo progetto rivolto alla ricostruzione ed al potenziamento del Centro Servizi Anziani del Comune.

La vicenda dei restanti 9 milioni di euro è cosa, ahimè, nota. Avevamo presentato diverse proposte: una prima, nel 2009, per la realizzazione di una struttura con finalità di Social Housing; quindi, nel 2010, una serie di progetti riguardanti, come da normativa di riferimento, interventi e progetti in favore dell’infanzia, della famiglia e della terza età. Nessuna risposta in proposito. Così, a seguito dell’emanazione di un bando pubblico da parte del Commissario per la Ricostruzione per l’assegnazione dei medesimi fondi, per cui inizialmente ci era stato chiesto solo di presentare i progetti, abbiamo partecipato con ulteriori sette progetti, nonostante la genericità del bando e la stranezza dei criteri, resi ancor più opinabili da sottocriteri approvati dalla commissione aggiudicatrice e mai resi pubblici agli enti locali che intendevano partecipare. Anche in questo caso e, a causa di una assurda interpretazione dei sottocriteri, penalizzanti sia per il Comune dell’Aquila che per quelli del cratere sismico, ne è stato finanziato solo uno tanto che siamo stati costretti a presentare dei ricorsi. La vicenda, ora, è oggetto di un’inchiesta della magistratura per tentata truffa ai danni dello Stato e ci auguriamo davvero che sia fatta piena chiarezza.

Intanto, tuttavia, non riusciamo a capire che fine abbiano fatto quei fondi, se verranno assegnati agli Enti in graduatoria oppure, come noi speriamo, rimessi in una procedura ben più trasparente e rapida. Le assicuro che il nostro territorio è allo stremo. Le chiedo pertanto, Eccellenza, di poterLa incontrare ai fini di poterLe illustrare, nei dettagli, le problematiche di quella che ormai si configura come una vera e propria emergenza sociale e rispetto alla quale, Le allego anche un dossier elaborato a cura dei miei Uffici, affinché possa farsi un’idea sulla gravità della nostra situazione. E sono pronta a riportarLe tutti i numerosi progetti inviati dal 2009 ad oggi ai Dipartimenti nonché al Dicastero della Famiglia ai vari Dicasteri ora sottoposti al suo Ministero, ivi compresi i progetti presentati, anche quelli fermi, per i fondi Meloni ( 2,5 milioni di euro).

Un Suo intervento è peraltro assolutamente necessario per attuare iniziative atte ad arginare il problema e a contenere l’emergenza, onde evitare ben più gravi conseguenze a questo punto, temo anche di ordine pubblico. Potremmo fare insieme un grande lavoro. Lei è uomo stimato.

Siamo pronti insieme a tutta la rete del volontariato a ricomporre un quadro sociale. Rimettiamo in gioco tutti questi fondi per una grande idea di sviluppo sociale.