“Entro dodici mesi il Governo, attraverso l’emanazione di decreti legislativi, dovrà provvedere a ridurre gli uffici giudiziari sul territorio nazionale – dichiarano entrambi – per realizzare risparmi di spesa ed incremento di efficienza. Sono a rischio chiusura quindi 52 Tribunali, 200 Sezioni Distaccate e 700 sedi di Giudice di Pace. Pertanto è concreto il pericolo di chiusura nella Provincia di Chieti dei Tribunali di Lanciano e Vasto”.
Il Governo dovrà infatti ridefinire l’assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi ed omogenei che tengano conto dell’estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell’indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza e del tasso d’impatto della criminalità organizzata.
“In questa fase quindi- continuano Sisti e Sigismondi- è necessario uno sforzo comune per far comprendere al Governo che i Tribunali di Vasto e Lanciano svolgono un ruolo imprescindibile a servizio dei cittadini e delle imprese ed a presidio della legalità. Il Tribunale di Lanciano infatti serve una popolazione di 110 mila residenti e ben 41 comuni e nel suo circondario insiste la zona industriale e produttiva più importante d’Abruzzo, la Val di Sangro; il Tribunale di Vasto serve una popolazione di 100 mila residenti e 29 Comuni e costituisce un importante presidio di legalità in una zona di confine con Regioni aventi un alto tasso di criminalità. La chiusura dei Tribunali di Lanciano e Vasto, motivata dal solito alibi, peraltro pressochè infondato, della riduzione della spesa pubblica, determinerebbe in concreto la privazione dei territori del basso Abruzzo di Uffici e Servizi Giudiziari posti a garanzia della legalità e dei diritti dei cittadini e la riduzione dei presidi di sicurezza connessi alle sopprimende Procure (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza), per non parlare dell’aggravio dei costi di accesso alla Giustizia per i cittadini residenti nel comprensorio lancianese e vastese. Facciamo appello al neo Ministro della Giustizia Paola Severino Di Benedetto, che tra l’altro è un avvocato penalista e conosce bene la quotidiana attività giudiziaria e forense, affinchè possa procedere alla rideterminazione della geografia giudiziaria, tenendo in considerazione le esigenze di giustizia dei territori e delle popolazioni”.