Pescara. Per il Consiglio superiore dei Lavori pubblici il progetto delle vasche di laminazione del fiume Pescara non rappresenta un rimedio al problema degli allagamenti. A rivelarlo è il consigliere regionale Domenico Pettinari (M5s) che diffonde il contenuto di un testo del Consiglio, elaborato dopo l’adunanza del 27 gennaio scorso. I grillini, che parlano di “piena bocciatura”, chiedono quindi di tornare a valutare la loro proposta “cemento zero”, cioè la creazione di ‘laghetti’ invece delle vasche da 55 milioni di euro.
Nel corso di una conferenza stampa Pettinari ha illustrato quanto scritto dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici: “Risulta evidente ricordare la insostenibile frequenza degli allagamenti della città di Pescara e del porto ai quali, di per sé, l’opera progettata non sembra essere in grado di porre sostanziale rimedio”. Secondo il consigliere regionale, che sintetizza le osservazioni del Consiglio, il progetto delle vasche “non risolve il problema perché non tiene conto degli affluenti del fiume Pescara, i terreni argillosi non sono idonei all’opera e l’aspetto procedurale ha bisogno di numerose verifiche”.
“Le osservazioni poste dal Consiglio dei lavori pubblici – dice Pettinari – danno ragione al M5S che, dall’inizio, ha sollevato numerose perplessità su questa colata di cemento dal costo di 55 milioni di euro. Una somma di denaro importante che rischia di essere un ennesimo spreco senza che il problema dell’esondazione del fiume Pescara sia risolto”.
A detta dell’esponente pentastellato, con 55 milioni di euro “si potrebbero realizzare addirittura fino a mille laghetti collinari, ma ne servirebero molti meno per una capacità di assorbimento della portata in caso di piena fino al 70%. Un’opera di ingegneria naturalistica meno costosa e davvero risolutiva – sottolinea – Si tratterebbe di laghetti di piccole dimensioni, con capacità medie intorno ai 30.000 mc, che complessivamente garantirebbero di contenere 30.000.000 mc di acqua, circa 8 volte la capacità delle vasche di laminazione proposte dall’attuale Giunta regionale”.
Pettinari ha quindi presentato un’interpellanza in cui chiede al presidente della Regione “se alla luce del parere rilasciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non sia intenzione dell’attuale governo regionale rivedere l’idea progettuale inerente la realizzazione di un sistema di casse di espansione per la laminazione delle piene del fiume Pescara, ubicate nei Comuni di Rosciano, Cepagatti, Manoppello e Chieti, sostituendo la stessa con una valida alternativa in grado di mettere in sicurezza dagli allagamenti la città di Pescara, come la creazione di una serie di invasi naturali collinari di piccole e medie dimensioni sui corsi d’acqua temporanei del bacino idrografico del fiume Pescara”.
Il consigliere chiede inoltre a D’Alfonso, “nel caso in cui l’attuale governo regionale non sia intenzionato a rivedere l’idea progettuale presentata, come pensa di sanare inefficienze del progetto definitivo sollevate nelle osservazioni rilasciate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”.
“Il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha approvato il progetto delle vasche di laminazione sul fiume Pescara, richiedendo”, precisa, invece, Alberto Balducci, vice capogruppo del PD in Consiglio regionale, “alcune prescrizioni di carattere tecnico nonché l’inserimento dell’opera nell’ambito di un progetto generale più vasto che interessi i problemi idraulico-ambientali del bacino Aterno-Pescara oltre ai centri a valle del sito e la città di Pescara”.
“Tale iniziativa è già parte di una serie di interventi previsti nelle programmazioni del Piano Stralcio Difesa Alluvioni della Regione Abruzzo, oltre che in quelle affidate al commissario che si occupa del risanamento socio-economico ed ambientale del bacino Aterno del Pescara”, aggiunge Balducci, “Per tale ragione la prescrizione del Consiglio Superiore in realtà è già ampiamente rispettata e si tratterà solo di chiarire tale aspetto attraverso un progetto generale che raccolga tutte le iniziative già programmate sull’argomento. Il Commissario per il dissesto idrogeologico della Regione Abruzzo sta predisponendo le integrazioni richieste. Si tratta dunque di un mero aggiustamento formale che non incide minimamente sulla realizzazione dell’opera”.