Chieti. “Mentre il Presidente D’Alfonso si ostina dopo trenta mesi a propagandare ancora il Masterplan, scomodando finanche rappresentanti del Governo, l’alto vastese continua a sgretolarsi con smottamenti e frane interminabili relegando ormai all’isolamento una porzione importante dell’Abruzzo. Questo il grido di allarme lanciato dal Presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo che sottolinea come “in queste ore un enorme movimento franoso stia scivolando giù inghiottendo una porzione importante di provinciale, al km 82, che da Torrebruna sale a Castiglione Messer Marino e Schiavi D’Abruzzo. Dalle notizie in mio possesso ho riscontrato che una squadra di cantonieri della Provincia di Chieti è già sul posto al fine di chiudere la strada al traffico ed evacuare il territorio. Secondo le proporzioni e le prime avvisaglie dello smottamento in corso occorre immediatamente agire con tutte le precauzioni e le urgenze del caso altrimenti si arriverà al collasso di quel l’arteria fondamentale. Infatti vi è un ulteriore rischio isolamento di un territorio come l’alto vastese già martoriato e pieno di frane, smottamenti e dissesto idrogeologico. Lo scollamento in atto in queste ore di una porzione di montagna a ridosso della strada provinciale è solo l’ultimo, in ordine cronologico, in un comprensorio che da troppo tempo aspetta risposte e fatti concrete da una Regione Abruzzo sempre più parolaia e annunciatrice di fondi. Ricordo – sottolinea Febbo – che la Provinciale tra Fraine e Castiglione è franata da due anni e ad aggi ancora non partono i lavori, tra Castiglione e Montazzoli (sp152) ci sono due enormi smottamenti ancora da sistemare, tra Schiavi e Castiglione (sp 158) il manto stradale è scomparso, si è trasformato in una vera e propria mulattiera come la stessa provinciale che scende a Castelguidone per arrivare alla Fondovalle Trigno dove vi sono solo frane. Per non parlare delle strade provinciali che discendono nel versante Guilmi, Carpineto e Casalanguida. Pertanto – chiosa Febbo – oggi abbiamo una situazione al collasso e una popolazione, credo anche i sindaci, allo stremo e stanchi delle promesse e delle innumerevoli conferenze svolte da D’Alfonzo. Oggi è giunto il momento di mettere in campo azioni concrete come la presenza del genio civile o dell’esercito altrimenti si rischia veramente di avere nel 2017 una parte di Abruzzo fuori e scollegato dal resto del mondo”.