L’ansa all’ingresso del porto canale, l’antro che dal corso lineare del fiume rientra lievemente verso l’obelisco vegliato dalla Madonnina del molo nord, da sempre viene utilizzato per portare in secca le imbarcazioni. Un’insenatura dal fondale, per forza di cose, più basso del resto del canale, che ha risentito più di tutto lo scalo degli effetti del mancato dragaggio e dell’accumulo di fanghi e sabbie portate dal Pescara. Qui, infatti, la corrente scema drasticamente e i sedimenti rallentano maggiormente; spesso, nelle notti estive di bassa marea, pescaresi e turisti si sono soffermati ad osservare i cumuli di sabbia che spuntavano dal pelo dell’acqua. Ma se la marea, ciclicamente, restituisce al fondale la sua giusta copertura, ad emergere, mese dopo mese, sono state le alghe che mettono radici in un terreno sabbioso sempre meno sommerso. Il caldo delle ultime settimane ha fatto il resto, e così si è arrivati ad una palude nel porto. Poco male, non fosse per l’estesa dimensione della formazione alghifera nella quale si incagliano i prodotti dell’inciviltà urbana: bottiglione, cassette di polistirolo, cartacce, buste e rifiuti solidi di ogni genere rimangono incagliati nella fitta vegetazione galleggiante. Perfino una scarpa spuntava questa mattina dallo spesso tappeto verde, immobile tant’è compatto il tessuto delle alghe. Il tutto sotto gli occhi degli ultimi turisti che passeggiano sul Ponte del mare; meglio non va a chi nel porto ci lavoro e a chi nei pressi vive. L’olezzo prodotto dalle alghe mandate in putrefazione dalla risacca stagnante arsa dal sole è una condanna per i residenti e fa la gioia di zanzare e altri insetti: “Le alghe sono comparse già da un paio di mesi, ma negli ultimi giorni la zona si è riempita di zanzare”, racconta sulla banchina Marco D’Antonio, pescatore che abita nei paraggi, “e la puzza è insopportabile”, aggiunge. Il signor D’Antonio attribuisce la colpa al mancato dragaggio “che non è stato effettuato, nemmeno poco alla volta da 6-7 anni, senza un minimo di buon senso”, e con lui è d’accordo il gruppo consiliare del Pd, che stamattina si è riunito in conferenza stampa per lanciare l’allarme: “Si pensa ai fanghi della darsena commerciale, giustamente per riportare a Pescara petroliere e la Snav”, afferma Enzo Del Vecchio, “ma anche il porto canale ha la sua importanza strategica, e forse il sindaco dovrebbe venire a vedere come è ridotto”. “È l’ennesima emergenza, e ora perfino uno schifo determinato dal mancato dragaggio”, incalza il capogruppo Di Pietrantonio, “qui siamo di fronte al rischio sanitario e il sindaco è chiamato ad intervenire a tutela dei suoi cittadini”. Chiamati in causa anche Guerino Testa, commissario ad acta per l’emergenza-porto, e il governatore regionale Gianni Chiodi. Ieri, infatti, a Roma, si è tenuto un vertice tra Testa, l’Isspra, il ministero dell’Ambiente e altre istituzioni coinvolte, che ha prodotto l’autorizzazione per sversare direttamente a mare il dragato della darsena: “Ora la palla passa alla Regione”, commenta Di Pietrantonio, “questo è il momento di verificare qual è l’impegno di Chiodi nei confronti della città più grande d’Abruzzo”. E mentre si aspetta la fine della stagione balneare, prevista per il 15 settembre, per far cominciare gli scavi, per domenica è prevista, proprio di fronte alla palude, la storica Regata dei gonfaloni: “Una regata nella monnezza”, prospettano i democratici.
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Testa: pulizia già domani. Il presidente della Provincia di Pescara e commissario straordinario del dragaggio, Guerino Testa, ha effettuato oggi pomeriggio un sopralluogo nell’area del porto, con i rappresentanti della Attiva, Carmine Angelozzi, della Capitaneria di Porto e della Polizia provinciale. Testa ha dato disposizione di organizzare tutto in modo tale da “cominciare immediatamente i lavori di pulizia dei punti in cui abbondano alghe e rifiuti” e già domani mattina le operazioni dovrebbero prendere il via d’intesa tra Attiva, Capitaneria e Polizia provinciale che metterà a disposizione dei pannelli di plastica.
Daniele Galli