Il sindaco ha dichiarato come lo statuto sia la pietra sulla quale costruire il futuro. “Solide fondamenta ci consentiranno di guardare al domani con fiducia” si legge nella lettera “e la giusta determinazione e professionalità che da sempre caratterizzano la D’Annunzio insieme a una forte intesa e collaborazione con le istituzioni locali e con le eccellenze e risorse del territorio ed oltre i confini dell’Abruzzo, così come un continuo contatto con gli organi del Governo nazionale ci regaleranno, ne sono certo, risultati ancor più prestigiosi di quelli sino ad ora conseguiti e per i quali io e l’intera comunità vi siamo riconoscenti”. Di Primio ha aggiunto che la riunione del Cda di domani servirà a scrivere una nuova pagina della lunga storia dell’università. “Quella pagina” ha dichiarato il sindaco “non può dimenticarsi di chi ha consentito tutto questo, non può cancellare dal domani della d’Annunzio la presenza delle istituzioni locali, Comuni e Province in primis. La nuova carta dovrà tenere conto del sostentamento economico di cui avrà bisogno l’Ateneo e quindi dovrà creare condizioni ideali perché il privato possa trovare “conveniente” investire in un’industria che produce cultura ed alleva cervelli. Allo stesso tempo, il nuovo statuto non può dimenticare il territorio che da sempre ospita questa “fabbrica” – parlo di Chieti, ma credo di poter dire lo stesso anche per le altre realtà – territorio che vuole continuare a condividere e vivere le vicende dell’Università da protagonista e non da comprimario o, addirittura, da spettatore pagante. Mi si perdoni la crudezza e le parole forse troppo dirette, ma come si può pensare a una “G. d’Annunzio” il cui organo di governo non veda la presenza del Comune di Chieti e delle altre Amministrazioni? E’ indubbio che personale tecnico amministrativo e studenti debbano essere parte significativa dei nuovi Cda, ma credo che lo stesso possa e debba dirsi per gli Enti locali interessati a partecipare alla governance dell’Università sempre nel rispetto dei diversi ruoli e funzioni così come nelle previsioni della stessa ratio della legge, dico che il Comune di Chieti vuole essere e continuare a essere parte attiva e pulsante della “D’Annunzio”. Vuole esserlo perché ritengo l’Università, insieme al Clinicizzato di Colle dell’Ara, la più importate risorsa economica e sociale del territorio, vuole esserlo perché molta parte del progetto di governo della mia Amministrazione pone attenzione e si collega inscindibilmente al futuro dell’Università. Penso alle Case dello Studente progettate in Centro Storico, al completamento del Campus oltre Via dei Vestini, al collegamento veloce tra Chieti alta e il Polo ospedaliero-universitario, ai nuovi parcheggi nei pressi del Clinicizzato, a servizio anche della “d’Annunzio”, al progetto di stazione di superficie di Madonna delle Piane, alle iniziative già avviate tra Comune e Università, a tutto quanto ancora potremmo e possiamo fare per rendere sempre più alta l’offerta formativa, la ricerca della d’Annunzio e la qualità della vita e dei servizi della mia Città. Per queste ragioni fondamentalmente, per l’attenzione che la Città anche attraverso il mio governo ha mostrato nei confronti delle esigenze dell’Ateneo e per tutto quanto, sono certo, ognuno di voi può immaginare e pensare perché sia giustificata la presenza del Comune nel nuovo Cda, Vi chiedo di rivalutare, certo di trovare in tal senso concorde la Provincia di Chieti, ma forse anche di altri Enti locali che oggi seggono in consiglio, la possibilità di inserire tra i componenti del nuovo Cda il mio Comune”.