“Noi, cittadini e associazioni indipendenti non pagati da nessuno, non ci crediamo e ricordiamo – scrive Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice abruzzese in America – che il desolforatore della Forest Oil è semplicemente una variante del Centro Oli di Ortona”.
Ecco i punti contestati alla Forest Oil:
1. Il direttore della Forest Oil International Ronald Brown nel 2008 aveva affermato ai suoi investitori americani che la zona presenta molte similitudini con il Vajont e che proprio per questo l’ENI aveva rinunciato a trivellare il lago, una zona idrogeologicamente fragilissima e già sottoposta a fenomeni di frane e di smottamenti.
2. Nel suo rapporto di VIA analizzato in dettaglio, la Forest Oil avev affermato candidamente che le emissioni sarebbero state superiori a quanto previsto dalle già larga legislazione italiana.
3. La provincia di Chieti, attraverso le dichiarazioni del suo presidente di provincia, Enrico di Giuseppantonio, ha già manifestato di essere contro ogni tipo di trivellazione selvaggia sul territorio d’Abruzzo perché’ incompatibili con le aspirazioni dei suoi residenti.
4. Centinaia di lettere di opposizione sono state mandate agli uffici di VIA della regione Abruzzo di Antonio Sorgi da parte di comitati, scienziati liberi, tecnici, commercianti, esponenti della chiesa, secondo quanto previsto dal trattato di Aarhus che afferma che la volontà popolare è vincolante. Le lettere hanno messo in evidenza le ripercussioni negative dell’impianto della Forest Oil a Bomba per tutti i portatori di interesse.
“E’ la storia che si ripete – continua D’Orsogna – del Centro Oli di Ortona, in cui la ditta proponente cerca di far passare per utile alla collettività un progetto che serve solo alle loro speculazioni di industriali stranieri che non conoscono nulla dell’Abruzzo. sortiamo l’assessore all’ambiente Eugenio Caporrella, il presidente della provincia di Chieti Enrico di Giuseppantonio, il sindaco di Bomba Donato Di Santo e il responsabile VIA Antonio Sorgi (che parteciperanno all’incontro, ndr) a farsi interpreti seri e onesti della volontà popolare perché l’Italia è una democrazia e non un ampo di gas aperto a speculatori senza scrupoli venuti chissà da dove”.
Nel frattempo il consigliere provinciale dell’IdV Palmerino Fagnilli ha preparato un’interrogazione al presidente della provincia in marito ad un viaggio in Olanda di una delegazione abruzzese per incontrare i responsabili della Forest Oil e discutere del desolforatore di Bomba. Sembrerebbe che la delegazione fosse composta da un funzionario della Regione Abruzzo Scoccia, responsabile del procedimento presso la Commissione Via del progetto per la “coltivazione degli idrocarburi sul lago di Bomba” della Forest Oil; dall’assessore Provinciale all’Ambiente Caporrella; dal sindaco e da un assessore del Comune di Bomba. Il viaggio si sarebbe tenuto nelle scorse settimane, dopo la decisione di sospendere il giudizio della Commissione VIA sul progetto della Forest Oil per l’estrazione del gas sotto il lago di Bomba, e in attesa che la società americana rispondesse a più di trenta rilievi mossi dalla Commissione al progetto, in seguito alle 300 e più osservazioni presentate da parte del Comitato gestione partecipata di Bomba, di alcuni partiti politici, associazioni, parlamentari e cittadini della Val di Sangro. Il consigliere dell’IdV vorrebbe sapere se è vero che le spese dei “componenti pubblici sia politici che dipendenti della pubblica amministrazione” della delegazione siano state sostenute dalla Società Forest Oile che la Regione Abruzzo abbia addirittura autorizzato il viaggio.
Clicca e leggi l’interrogazione sul viaggio in Olanda delle istituzioni abruzzesi
Anche il centrodestra dice No. “Mi domando ma questo incontro informativo non è stato organizzato troppo tardi, con il progetto già depositato x la richiesta di autorizzazione VIA Regionale? Volendo intervenire sul territorio della Provincia di Chieti come mai la Forest Oil non ha mai chiesto un incontro con la stessa Provincia?”
Sono i dubbi del consigliere provinciale del Pdl, Franco Moroni, delegato alla difesa della Costa e del territorio e problematiche del petrolio che ha ribadito: “Tutto questo mi sembra un vero controsenso, segno di debolezza e di irresponsabilità da parte della società Forest Oil. In primo luogo, ad oggi dopo che l’amministrazione Provinciale di Chieti sin dall’insediamento ha preso posizione nel puntare sullo sviluppo turistico ricettivo agricolo, facendosi interprete autorevole delle esigenze e delle aspettative di tutta la comunità che non intende più sacrificare neanche un centimetro della propria terra sull’argomento estrattivo, istituzionalmente non abbiamo avuto nessun segnale di apertura a dialoghi da parte della Forest Oil per affrontare costruttivamente le questioni in essere. E’ anche per questo motivo, essendo il delegato della Provincia di Chieti alla difesa della costa e del territorio, che ha seguito e sta seguendo concretamente, con il Presidente della Provincia di Chieti, la vicenda nelle sue svariate sfaccettature positive e negative, prendo le distanze dalle dichiarazioni dell’Assessore all’Ambiente della Provincia di Chieti sicuramente sue personali e non dell’intera coalizione di maggioranza provinciale di centro destra che ha attuato azioni concrete quali presenza agli incontri con i cittadini locali del comprensorio di Bomba, Deliberazione di Consiglio Provinciale tecnica politica per la sospensione dell’iter per il rilascio del parere VIA, istanze negative presso il Ministero dell’Ambiente e della Regione Abruzzo, nonché istituzione di un tavolo tecnico di studio costituito da enti e docenti competenti che ha prodotto un documento con risultanze negative per il progetto della Forest inviato All’ufficio VIA della regione Abruzzo. E allora dobbiamo dire che il controsenso è proprio nell’organizzare oggi l’incontro informativo su un impianto da realizzare nel Comune di Bomba, dove la posizione del Presidente della Provincia e quindi dell’Amministrazione Provinciale è negativa, risultato ottenuto da una scelta responsabile, affrontando la tematica con serietà ed equilibrio in modo istituzionale e dopo aver verificato la congruità in termini progettuali, ambientali e di salute pubblica”.
I MOTIVI DEL NO:
“PERCHE’ è impensabile realizzare una centrale di estrazione e trattamento a poche centinaia di metri dalla diga dell’invaso.
PERCHE’ è inverosimile far passare 8 Km di condutture nel territorio di Bomba, Gessopalena e Roccascalegna tra siti di notevole interesse naturalistico.
PERCHE’ Il territorio interessato al progetto, ha già ampiamente contribuito ed ancora oggi contribuisce alla produzione di energia con la costruzione dell’invaso artificiale di Bomba e della centrale idroelettrica di Altino.
L’intera zona, a causa della sua naturale instabilità idrogeologica e proprio in virtù della presenza dell’invaso, è sottoposta costantemente a gravi rischi per le numerose ed importanti frane attive.
Pensare pertanto, di sfruttare nel medesimo territorio anche un giacimento di gas naturale, con i possibili fenomeni di subsidenza che questo inevitabilmente comporta, rappresenta una gravissima e pericolosa scelta, dove le due attività non possono essere compatibili.
E’ del tutto anacronistico privilegiare come fonte di energia lo sfruttamento di un giacimento di idrocarburi, fonte non rinnovabile, mettendo a rischio un impianto idroelettrico, fonte rinnovabile e più pulita”.