Accoglie positivamente la convocazione congiunta dei consigli regionali di Abruzzo, Molise e Puglie contro le trivellazioni petrolifere nel mare Adriatico, annunciata dal Presidente Nazario Pagano, ma Gianni Melilla concentra la sua tesi sulla necessità di “sviluppare la più ampia iniziativa sociale, istituzionale, politica e scientifica per impedire la morte del mare Adriatico e dunque occorre unire le forze e non disperderle in contrapposizioni sterili”.
Dopo la Federazione della sinistra, anche il partito di Nichi Vendola interviene contro con il via libera degli uffici del Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo dato alla valutazione di impatto ambientale, concedendo alla ditta irlandese Petrolceltic di trivellare alla ricerca di petrolio “un’area marina di 496 km quadrati ad appena 12 km dalla costa”, sottolinea Mellilla, “è in discussione il futuro dell’ambiente marino, vista la enorme fragilità del mare adriatico che è un mare chiuso, quasi un lago. Compromettere l’equilibrio ecologico del mare adriatico significa anche dare un grande colpo alle attività economiche collegate: dalla pesca al turismo e alla balneazione”.
È quindi giunto il momento di allargare l’esercito di un altro fronte ‘no-oil’: “Sel proporrà alle forze ambientaliste di promuovere una ampia mobilitazione unitaria che coinvolga le Istituzioni locali e le popolazioni affinché questi progetti siano battuti, come siamo stati in grado di fare con altri devastanti progetti della destra berlusconiana tipo la terza galleria del Gran Sasso o la vendita delle acque dei fiumi abruzzesi alla Puglia”, annuncia il segretario regionale Sel. “Presentarci con le piattaforme petrolifere a pochi chilometri dalle spiagge è quanto di più sbagliato si possa pensare; per questo bisogna unire le forze di tutti coloro che non si piegano alla ipocrisia di un Ministro dell’Ambiente che autorizza le trivellazioni concedendo il VIA tramite il Comitato ministeriale degli esperti”, conclude.
Daniele Galli