“Il codice penale – ha ricordato il sindaco Albore Mascia – non prevede purtroppo il reato della prostituzione, ma prevede solo il reato di sfruttamento e istigazione alla prostituzione o il reato di adescamento, che comunque viene fatto dal cliente. E un’ordinanza di un sindaco non può punire un reato che non esiste, e nonostante il pacchetto-sicurezza i sindaci che tentavano di forzare la mano comunque non potevano inventarsi le leggi. Dunque l’ordinanza emanata per vietare l’esercizio della prostituzione non poteva essere firmata. Per tale ragione lo scorso primo febbraio abbiamo emanato un nuovo dispositivo correggendo l’errore macroscopico del documento varato dal precedente primo cittadino, e puntando piuttosto a sanzionare l’automobilista che rallenta in strada dinanzi alla prostituta, un’ordinanza che tra l’altro un Organo di informazione locale aveva giudicato anche come eccessivamente repressiva. Tale ordinanza è regolarmente in vigore e non è mai stata annullata. E tra l’altro la realtà odierna ci ha dato ragione e soprattutto ha dimostrato la nostra lungimiranza. Appena tre giorni fa la Corte Costituzionale ha pubblicato una sentenza che ha limitato il potere dei sindaci di emanare ordinanze ‘bizzarre’ e ha sancito che in merito all’articolo 54 del Tuel in materia di sicurezza urbana i sindaci possono emanare provvedimenti solo per ragioni contingibili e urgenti, dunque solo se in presenza di un pericolo o di una situazione di rischio per la pubblica incolumità. Tra l’altro la Corte Costituzionale ha ricordato che quelle stesse ordinanze non possono più essere generiche nel tempo e nelle modalità di attuazione. Proprio sulla base di quel pronunciamento, i nostri uffici stanno lavorando con le Forze dell’Ordine per rafforzare ulteriormente la nostra ordinanza, tratteggiando il comportamento che univocamente induca a pensare che una persona stia esercitando la prostituzione: in questo caso possiamo ulteriormente rilevare un problema di sicurezza stradale e di pubblica incolumità, ordinando l’applicazione di divieti tesi a far venir meno quello stesso problema, intervenendo, ad esempio, sulle strade in cui il fenomeno della prostituzione è più evidente. Tuttavia come sindaco non accetto di veder dipinta Pescara come un ‘postribolo a cielo aperto o peggio ‘una città a luci rosse: sicuramente, come in ogni piccola o grande città, il fenomeno esiste, ma nel capoluogo adriatico non ci sono sicuramente sacche di criticità tali da sollevare un allarme sociale. Il nostro compito è sicuramente quello di colpire il racket che spesso si cela dietro alle tante donne che vediamo sfruttate e costrette a prostituirsi, e sul contrasto di tale mercato sono impegnate in modo costante ed esemplare le nostre Forze dell’Ordine, con il questore Paolo Passamonti, Forze dell’Ordine alle quali va il ringraziamento della città per una presenza evidente, concreta e forte sul territorio”.