Due quesiti referendari abrogativi sull’ Italicum (abrogazione del premio di maggioranza e abrogazione capilista bloccati della legge elettorale che sarà in vigore dal prossimo luglio) e uno sul referendum costituzionale. Oltre 1200 firme raccolte a L’Aquila, si è firmato anche in Marsica, Alto Sangro e Valle Peligna.
“Ringraziando tutte le volontarie ed i volontari impegnati in questi tre mesi -spiega Paolo Della Ventura, referente del comitato provinciale per il No alle riforme- nelle piazze, tra le persone di tutta la provincia, sottolineo che la risposta del capoluogo ancora una volta si è fatta sentire e questo dà un senso di pienezza alla mozione di contrarietà che il Consiglio comunale ha approvato a fine marzo scorso”.
“Il comitato –ricorda il coordinatore provinciale- è nato i primi di marzo con un’assemblea pubblica presieduta dal professor Carlo Di Marco, costituzionalista dell’ateneo teramano, che è referente regionale del coordinamento di democrazia costituzionale. Nelle settimane si è radicato anche nella Marsica (coordinato da Tonino D’Amore e Nazzareno Di Matteo), e nell’Alto Sangro (coordinato da Silvano Di Pirro e Marcello Gizzi). Una cinquantina di membri, ad oggi, di cui metà impegnati nella raccolta firme in questi mesi”.
“Da oggi – conclude Della Ventura – tutte le energie saranno dedicate alla campagna per il NO al referendum costituzionale, oppositivo a questa revisione che riteniamo del tutto squilibrata e di parte. Entreremo, come d’abitudine, nel merito di quanto prevede il ddl Renzi-Boschi che sinteticamente: non abolisce il Senato, non fa sparire il bicameralismo perfetto, non semplifica il processo legislativo, non riduce i costi e – negli aspetti più deteriori – riduce al minimo il sistema di garanzie costituzionali e concentra nelle mani del governo l’iniziativa legislativa derubricando il sistema parlamentare confondendo esecutivo e legislativo.
Per tutte queste ragioni inviteremo tutti a non cadere nel gioco del giudizio sul governo ma su quanto esso ha previsto e vorrebbe attuare con tale revisione. E lo faremo nelle piazze, certamente lontani dalle solite stanze chiuse della politica. Chiedendo e favorendo il confronto”.