Un comunicato stampa parla di: “Un movimento nato per riannodare i fili tra partecipazione e territorio, per valorizzare le capacità e la passione di tanti, troppi talenti esclusi dalla vita politica del nostro paese: i giovani, le donne, le famiglie, le italiane e gli italiani che quotidianamente vivono gli effetti della crisi economica e di valori che ha messo in ginocchio l’Italia”. Il movimento, che trova le sue regole raccolte sul sito fabbrica.nichivendola.it, da oggi conta anche la prima trentina di iscritti pescaresi, i quali si sono riuniti per la prima volta presso la sede dell’associazione giovanile So.Ha: “E’ un laboratorio di cittadinanza attiva al di sopra, attraverso e affianco ai partiti di centrosinistra”, dice Nicola Maiale, attualmente il referente della ‘Fabbrica di Pescara’, “ma in realtà non abbiamo una netta connotazione politica: oggi tra noi ci sono anche persone che si schierano a destra. La nostra intenzione è quella di una partecipazione pragmatica, dove ognuno viene qui portandosi un’idea di qualcosa da cambiare insieme nella città e nel Paese, al di là dei partiti politici”.
Tra i 20 e i 50 anni, i partecipanti a questo primo incontro hanno discusso di problematiche sociali, ecologia, ambiente, dando più ampio respiro alla crisi politica nazionale e sviscerando critiche ad una città che per troppi risulta ferma su se stessa. Non ancora una sede fissa: “Momentaneamente ci facciamo ospitare da alcune associazioni, come oggi, ma come tante altre Fabbriche stanno già facendo proveremo ad autofinanziarci con la vendita di gadget. Non vogliamo creare un altro partito ma una nuova cultura politica, e anche l’autofinanziamento ci struttura nettamente distaccati dalla forma-partito”, conclude Maiale.
Daniele Galli