L’Agenzia Sanitaria Regione, il 16 giugno scorso, ha emesso un bando per la sperimentazione di modelli innovativi sotto il profilo tecnico-organizzativo dei programmi di screening per le neoplasie Colon-rettali, per le Neoplasie della cervice-uterina e per le neoplasie della mammella, per un totale 1milione e 250mila euro per 6 progetti di prevenzione.
Secondo le statistiche, le malattie neoplastiche costituiscono la seconda causa di morte in Italia, con aumento di incidenza nazionale e in Abruzzo, dove vengono diagnosticati oltre 5mila nuovi casi di tumore all’anno. Proprio in Abruzzo si registrano 78 nuovi casi di tumore del collo dell’utero ogni anno, circa 7 al mese, con una mortalità di circa 38 donne l’anno.
I dati recenti indicano che i programmi di screening del cervico-carcinoma riducono del 50% l’incidenza della malattia e la mortalità conseguente. L’unico test di screening per i tumori della cervice uterina è il PAP-test. Per quanto riguarda i tumori del colon-retto in Abruzzo si ammalano tra le 1.500 e le 2.000 persone ogni anno. Per una buona prevenzione è necessario una sufficiente recettività delle strutture di endoscopia digestiva. In Abruzzo la popolazione maggiormente a rischio è quella in età compresa tra i 50 e i 70 anni che comprende 320.000 persone (150.000 uomini e 170.000 donne). Per quanto riguarda i tumori al seno in Italia ogni anno si ammalano circa 30.000 donne con conseguenti circa 11.000 morti. La fascia di età più a rischio è quella compresa tra i 50 ed i 70 anni.
“Nella Asl di Chieti” spiega Alessandro Giardinelli, capogruppo comunale dell’Udc “per effettuare una mammografia o una colon-scopia le attese sono tali da compromettere una giusta politica di prevenzione, con danni alla salute ed all’economia sanitaria. Per una mammografia all’Ospedale di Chieti bisogna attendere 15 mesi. E’ necessario intervenire su questi e su altri servizi, se vogliamo dare un servizio sanitario sufficientemente adeguato alle giuste richieste della società e a quella che è l’attuale capacità diagnostica dei nostri addetti ai lavori. Possiamo avere ottimi medici ed ottimi strumenti di indagine, ma non utilizzarli significa perdere quel patrimonio culturale e tecnologico che la nostra società in tanti anni ha acquisito. La politica deve stimolare e favorire il miglioramento della salute pubblica e per questo la riduzione delle liste di attesa sarà certamente uno degli argomenti su cui confrontarsi con i dirigenti della nostra ASL nel Consiglio Comunale Straordinario sulla Sanità che si terrà in ottobre”.